venerdì 7 dicembre 2018

RECENSIONE: ...CHE DIO PERDONA A TUTTI


Titolo: ...che Dio perdona a tutti
Autore: Pif
Editore: Feltrinelli
Anno di pubblicazione: 2018
Prezzo di copertina: € 16,00
 
Fu così che rimasi cristianamente solo.

Sinossi
Arturo è un trentacinquenne palermitano con una sola, grande passione: i dolci. Per il resto porta avanti la sua vita cercando in tutti i modi di evitare complicazioni, impegni troppo gravosi o preoccupazioni di qualsiasi genere. Ha un impiego normale (agente immobiliare), un appartamento normale e una vita sociale normale che si concentra nelle partite di calcetto coi colleghi e nel giro delle pasticcerie della città, a intavolare interminabili discussioni con i cuochi su quale sia il modo migliore per preparare lo "sciù", un particolare tipo di cannolo per cui va pazzo. Anche la sua religiosità è normale, nel senso che si considera un cristiano nella media, poco praticante come la maggior parte di coloro che si professano credenti, scarso conoscitore dei dettami del catechismo e frequentatore molto sporadico della chiesa. Quando si innamora di Flora, la figlia del proprietario della pasticceria che fa gli sciù più buoni di Palermo, si renderà ben presto conto che sarà proprio sul campo della religione che dovrà combattere la sua battaglia più difficile. La ragazza è infatti molto cattolica, e per far colpo su di lei Antonio accetta di interpretare la parte di Gesù in una Via Crucis. Decisione quanto mai avventata per uno che ricorda a mala pena le parole del Padre Nostro, e infatti il risultato è tragicomico, tanto da fargli pensare di aver perso la sua occasione con Flora. E invece, alla fine, la sua tattica si rivela vincente, e poco a poco nasce una storia d'amore che porta alla convivenza. Ma bastano pochi mesi perché le differenze di atteggiamento nei confronti della religione inizino a incrinare il rapporto. Visto che Flora rimprovera ad Antonio di essere troppo tiepido nei confronti del cristianesimo, lui, alla fine, decide di assecondarla: per tre settimane seguirà gli insegnamenti di Gesù. Alla lettera.
 Oggi è il primo del mese, da oggi fino a tutto il mese... no, forse è troppo... da oggi fino alla terza settimana del mese io sarò un uomo profondamente cattolico. Sarò più cattolico dei cattolici medi, perché praticherò ogni santo giorno la parola del Signore e seguirò gli insegnamenti dei cinque evangelisti! Ed evidenziai le prime tre settimane. Solo dopo mi ricordai che gli evangelisti erano quattro.
Le conseguenze di questa provocazione finiranno per coinvolgere non solo il suo rapporto con Flora, ma anche quello con i parenti di lei, coi suoi amici e col suo lavoro, mettendo allo scoperto l'ipocrisia dietro la quale si nascondono i cosiddetti "credenti".

Pregi
Questo primo romanzo di Pif (all'anagrafe Pierfrancesco Diliberto, volto noto della televisione dove ha lavorato a lungo per Le Iene, ma anche autore, sceneggiatore, regista e attore) si è rivelata una piacevole sorpresa. Nella prima parte (prima delle tre settimane della "conversione") scorre veloce sul filo di un'ironia mai sbracata, tra scene irresistibili e battute fulminanti, pieno di personaggi divertenti e della vis comica che abbiamo imparato ad apprezzare dal Pif televisivo. Nella seconda parte diventa invece più riflessivo, pur restando entro i confini di una narrazione leggera e sempre pronta alla gag, mai pedantesca pur di fronte a un tema importante come quello della religione. Qui esce il Pif maturo, quello che magari conosciamo un po' meno, ed escono anche le sue idee agnostiche, cammuffate da una satira graffiante che davvero, alla fine, ci fa riflettere sulla grande ipocrisia di coloro che si professano credenti solo perché vanno a messa tutte le domeniche, ma che non sono capaci di prendersi sulle spalle il messaggio vero e profondo del cristianesimo, quello che parla di verità, di altruismo, di solidarietà, di uguaglianza.
All'improvviso ebbi tutto chiaro. Stavo parlando con persone che facevano i conti con la propria fede da una vita e le avevano dato mille significati, ma nessuno la concepiva così come io avevo sempre pensato fosse da intendere, motivo per cui mi aveva sempre atterrito e allontanato. Perché essere cattolico è difficilissimo. Amare il prossimo senza voler nulla in cambio è difficilissimo. Perché noi, in fondo, vogliamo che i nostri gesti buoni abbiano una ricompensa.
E' così difficile che perfino il giovane senegalese che Antonio ha voluto ospitare nella casa che divide con Flora alla fine decide di tornarsene nel centro di accoglienza, salutandolo così:
"Buona fortuna, fratello!" mi salutò scendendo dall'auto. "Prossima volta... religione musulmana. Prova, prova!".
E' facile reclamare le proprie "radici cristiane", ma è molto più difficile mettere in pratica gli insegnamenti di Gesù, quegli stessi insegnamenti che Antonio ha appreso da un libro per bambini delle elementari e che, realizzati, hanno significato per lui l'esclusione, in primis proprio da chi criticava la sua indifferenza religiosa, preti compresi. 
Bel romanzo, quindi, profondo e divertente al punto giusto, in cui gli ingredienti sono stati miscelati con perizia e passione, proprio come in un perfetto sciù palermitano.

Difetti
Nessuno di rilievo

Voto
5/5                

Nessun commento:

Posta un commento