martedì 4 agosto 2020

RECENSIONE: VENGO A PRENDERTI


"Oh, no. [...] Non fate questo errore. Non c'è nessun epilogo. [...] Lei con noi non ha ancora finito".

Titolo: Vengo a prenderti
Autore: Paola Barbato
Editore: Piemme
Anno di pubblicazione: 2020
Prezzo di copertina: € 18,50
 
Sinossi:
  Si conclude con questo romanzo la trilogia iniziata con Io so chi sei e continuata con Zoo.
  Anna, Giulio, le quattro scimmie, Nicola, Bella e il Rosso sono stati liberati dalle gabbie in cui erano rimasti rinchiusi, ma l'indagine non si ferma. Francesco Caparzo, il cui contributo è stato fondamentale per la soluzione del caso, è considerato un eroe dall'opinione pubblica, ma tra i colleghi resta un emarginato, per colpa soprattutto di un carattere scontroso e di un passato con parecchie macchie. La sua ostinazione lo porta spesso ad agire da solo all'insaputa della stessa polizia, ma nessuno più di lui sembra in grado di dissolvere le ombre che ancora avvolgono i fatti: chi è realmente il colpevole? Perché ha rapito proprio quelle persone? Perché le ha tenute in cattività per anni trattandole come animali? Che fine ha fatto Saverio? E' davvero morto come sembrerebbe dimostrare il video inviato a Lena o si tratta di un depistaggio? O di un macabro scherzo? La situazione si complica quando le vittime cominciano a ricevere strani e inquietanti messaggi che sembrano provenire proprio dal loro aguzzino, e precipita definitivamente quando cominciano a morire, uccise con modalità che riportano alla mente episodi particolari legati alla prigionia. Mentre perfino Caparzo brancola nel buio e le vittime si coalizzano per sopravvivere, il carnefice sembra divertirsi a seminare indizi, suggerire piste, confondere le acque. Niente è come sembra, perché nessuno può sapere cosa si nasconde negli abissi dell'animo umano. Il bene e il male sono sempre relativi, e a volte la strada per la salvezza passa anche per la perdizione.            

Commento:
  Paola Barbato conclude alla grande la trilogia delle gabbie con un romanzo rocambolesco in cui tutti tutti i misteri rimasti in sospeso vengono finalmente svelati, nessuno nel modo che ci si sarebbe potuti aspettare. Nei due capitoli precedenti abbiamo vissuto la vicenda di Saverio prima dall'esterno, dal punto di vista della fidanzata Lena alle prese con la sua scomparsa misteriosa (in Io so chi sei), per poi entrare direttamente nello zoo umano attraverso il personaggio di Anna, che ci ha fatto conoscere gli altri compagni di sventura e le condizioni disumane in cui erano costretti a vivere (nel claustrofobico Zoo).  Adesso scopriamo cosa succede dopo, quando i prigionieri vengono liberati e le indagini di Francesco Caparzo cercano di far luce sulle modalità dei rapimenti, ma soprattutto sulle motivazioni che hanno spinto gli aguzzini a trattare in modo tanto crudele persone all'apparenza innocenti. 
  Thriller psicologico, giallo d'azione, poliziesco: il nuovo romanzo di Paola Barbato galleggia con disinvoltura tra i generi del mystery, regalandoci una storia che contiene tutti gli ingredienti fondamentali di questo tipo di libri: imprevedibilità, suspense, coinvolgimento, empatia, brivido. Dopo la liberazione di Anna e compagni tutto sembrerebbe già scritto, ma non è assolutamente così. Anzi, i misteri si infittiscono, la trama si complica, la personalità dei protagonisti si colora di luci e ombre, l'ambientazione si allarga e il tutto sprofonda in una coltre di nebbia dalla quale emergono particolari rivelatori che il lettore deve essere pronto a cogliere. Colpisce l'umanità dei personaggi, la loro complessità che li può incasellare tanto tra le vittime quanto tra i carnefici, la profondità dei loro caratteri, le loro specificità che li rendono unici e verisimili. Colpisce il ritmo con cui l'autrice tiene avvinto il lettore, tra colpi di scena e improvvise rivelazioni mai banali. Colpisce la sicurezza con cui viene trattata una storia che ha alle spalle due romanzi e che deve tener conto di mille particolari pregressi. Colpisce anche la perizia con cui la Barbato modula i toni della narrazione, passando senza apparente difficoltà (e senza stonature) dall'azione più sfrenata all'approfondimento psicologico, alla fredda analisi dei fatti, alla delicatezza dei sentimenti. Non è un caso, credo, che nei ringraziamenti l'autrice stessa parli di "montagne russe", una giostra complicata da costruire ma che poi lascia tutti col fiato sospeso.
  Vengo a prenderti è insomma la degna conclusione di una trilogia originale e avvincente, l'epilogo di una storia maledetta che è anche una storia di redenzione, di sentimenti contrastanti che si fondono nel cuore di personaggi ambigui e sorprendenti, di lotta e di rabbia, di amori malati, di vite sbandate che non si rassegnano alla sconfitta, ma è anche una storia del male e dell'odio, e sarà compito del lettore dipanare la matassa e scegliere come schierarsi, per chi provare rispetto e simpatia e per chi invece astio e repulsione. 
  Io ho letto i romanzi nell'ordine di uscita. Mi sono goduto Vengo a prenderti perché ero a conoscenza di tutti gli antefatti e quindi ero ansioso di conoscere la sorte dei protagonisti, ma l'ordine della lettura non è categorico (come ha ribadito fin dall'inizio la stessa Barbato). Ogni libro offre un punto di vista diverso, e tutti condizionano in egual misura (seppur in modi diversi) l'eventuale lettura degli altri due. Ognuno contiene dei particolari, degli indizi che aiutano a risolvere il mistero e a comprendere il carattere dei personaggi, e nessuno dipende in senso stretto dagli altri. Zoo, in particolare, è quello più "indipendente" di tutti, essendo ambientato, dall'inizio alla fine, nel capannone delle gabbie. 

Consigliato a:
  Chi ama il thriller a tinte forti e il thriller psicologico.
  Chi cerca il libro impossibile da mettere giù.   

Voto:
  5/5