martedì 31 luglio 2018

TOP 100 (5)


 
Per il quinto appuntamento con la mia Top 100 (i cento libri imprescindibili) ho scelto un'opera che da quattrocento anni non smette di divertire, far sognare e riflettere i lettori di tutto il mondo. Don Chisciotte della Mancia è da molti considerato il primo romanzo moderno della storia della letteratura, con un eroe problematico e sfaccettato che cerca il proprio posto in un mondo che sembra non corrispondere alle sue aspettative e con uno stile nuovo, che fonde assieme e supera i generi della prosa che aveva come riferimento (letteratura cavalleresca, novellistica, romanzo picaresco) per creare qualcosa di assolutamente originale. Le chiavi e i livelli di lettura sono molteplici, e ciò lo rende adatto ad un pubblico variegato, che può limitarsi al semplice intrattenimento oppure approfondire le riflessioni sulla storia e sulla letteratura del tempo che affiorano tra le righe delle avventure dell'hidalgo spagnolo e del suo fido scudiero Sancho Panza. Il capolavoro di Miguel de Cervantes, infatti, è da tutti conosciuto come una spassosa parodia dei romanzi e dei poemi cavallereschi che nel cinquecento stavano riscuotendo un grande successo, ma è anche molto altro: una critica alla piccola nobiltà terriera (di cui lo stesso Cervantes faceva parte), ancorata a miti e tradizioni del passato e incapace di rapportarsi con la modernità; la rivolta dell'individuo di fronte alle ingiustizie della vita e alla cruda realtà che annulla l'immaginazione; il tema del viaggio come fuga e come ricerca dell'assoluto; la sfiducia nei confronti dell'armonia tutta rinascimentale tra uomo e natura; l'idealismo (Don Chisciotte) contro l'istinto (Sancho). E grande è stata l'influenza che il libro ha avuto nei secoli, non solo in letteratura, ma anche nell'immaginario collettivo, con fatti e personaggi che sono entrati a far parte del linguaggio comune (come l'aggettivo "donchisciottesco", o la famosa lotta contro i mulini a vento). 
La prima edizione del Don Chisciotte risale al 1605, ma poi l'autore, per rispondere ad un apocrifo Secondo Don Chisciotte pubblicato nel 1614 da un autore sconosciuto sotto pseudonimo, reputò necessario scriverne una seconda parte che fu pubblicata, assieme alla prima, nell'edizione definitiva del 1615.         

domenica 29 luglio 2018

CINQUE LIBRI PER UN'ESTATE CONTROCORRENTE


Le vacanze non sono solo divertimento e dolce far niente, possono essere anche l'occasione per riprendere contatto con noi stessi, per prenderci un attimo di pausa dalla vita frenetica di tutti i giorni e cercare di capire chi siamo, cosa vogliamo e dove stiamo andando. Sono in tanti, in effetti, quelli che decidono di sfruttare le ferie estive per concedersi un periodo di ritiro spirituale in qualche eremo o monastero in cerca di pace, serenità e consapevolezza. Non bisogna essere per forza dei fervidi credenti per poter apprezzare il silenzio dei chiostri, l'armonia dei gesti e delle occupazioni, il piacevole assopimento di tutti quei "bisogni" che la vita di tutti i giorni ci fa sembrare insopprimibili. Comunque sia, che abbiate deciso di passare una settimana a Ibiza o nella spoglia tranquillità di una cella monastica, i cinque libri che ho raccolto qui sono un invito ad andare oltre, a riscoprire la nostra spiritualità e il nostro nocciolo di esseri umani, al di là di qualsivoglia inclinazione morale o religiosa. Ruotano tutti intorno alla religione, ovviamente, ma ho cercato di suggerirne una lettura per così dire laica, visto che comunque trattano, in fondo, di una cosa che dovrebbe appartenere a tutti: la coscienza.   


Sulle strade del silenzio. Viaggio per monasteri d'Italia e spaesati dintorni
Giorgio Boatti
Laterza 


Il giornalista Giorgio Boatti compie un lungo viaggio attraverso la penisola alla ricerca, come ci dice, non del monastero giusto, ma del "solido orientamento" che quei luoghi di ritiro sembrano in grado di poterci offrire. Dall'abbazia di Finalpia, in Liguria, alla badia del Goleto in Irpinia, passando per Bose, Praglia, Camaldoli, Subiaco, San Giovanni Rotondo e tanti altri monasteri e abbazie che costellano il  nostro Paese, Boatti descrive i luoghi, i paesaggi, gli ambienti e le atmosfere in cui si svolgono la vita e le attività dei monaci, e ci rende partecipi delle loro emozioni attraverso interviste molto intime e intense che ci restituiscono la loro mentalità, i loro sogni e le loro semplici aspirazioni. Nelle loro esistenze incentrate sulla spiritualità e sul lavoro, il giornalista riconosce (e noi con lui) una semplicità e una schiettezza d'animo che non fanno più parte del bagaglio culturale dell'uomo moderno, così come non vi fanno parte la serenità e la pace di cui quei monaci sembrano pervasi. E ne trae un insegnamento fondamentale: allontanarsi dal mondo è utile, perché serve per acquisire una visione onesta e distaccata delle cose e dei fatti che ci circondano e perché ci fa capire che la vita va assaporata in ogni suo più piccolo dettaglio, anche quello apparentemente più insignificante. Solo in questo modo potremo ritrovare la lunghezza d'onda del nostro essere umani e, dalla giusta prospettiva, capire quali sono le cose che contano veramente. 
Ormai ho imparato ad alzarmi presto. L'alba è generosa: consente sempre di allargare le braccia per accogliere la giornata che viene incontro. Come potevo, fino a qualche tempo fa, non capire che il risveglio non è soltanto aprire gli occhi, ma avere l'occasione di ricominciare davvero ogni volta? Di essere nuovi in un mondo che, basta stropicciare via dagli occhi la pigrizia per accorgersene, è in perenne mutamento. Dove la vita stessa, basta muovere qualche passo per constatarlo, sta davanti senza ostentazione, porgendo doni ai quali per lo più neppure badiamo.  

Trovare rifugio. Riscoprire dentro se stessi la pace del monastero
Christopher Jamison
Mondadori


L'abate di un monastero benedettino inglese ci offre la sua ricetta per realizzare dentro di noi la pace profonda e la serenità tipiche della vita monastica. E' un percorso a tappe, che si basa sull'antica regola di San Benedetto, attualizzata per renderla percorribile dall'uomo moderno, un uomo che è sempre più "indaffarato", e che non trova mai il tempo per dedicarsi alla dimensione spirituale. Per sfuggire a questa condizione bisogna entrare nel santuario, "un santuario del cuore e della mente dove le normali leggi fisiche non valgono. Non lo scopriremo tutto in una volta, perché è un santuario infinito". Il primo "gradino monastico" per accedere a questo santuario è costituito dal silenzio. 
La storia passata e presente dei certosini ci ricorda che il potere del silenzio vissuto in solitudine è così reale che può in effetti riempire tutta la vita di alcune persone. E la mia convinzione è che non solo possa riempire tutta la vita di alcuni, ma che debba riempire parte della vita di tutti.
Per conoscere se stessi e per crescere occorrono delle visioni profonde che solo la solitudine può dare.
Il secondo gradino è rappresentato dalla contemplazione. Ovvio che in un monastero "contemplazione" sia sinonimo innanzitutto di "preghiera", ma a noi laici profani interessano di più le altre due interpretazioni del termine, citate da Jamison, e cioè "meditazione" e, soprattutto, "lettura". Eh già, cari bibliomaniaci, per Benedetto "il modo fondamentale per meditare e la via essenziale per essere creativamente in silenzio è la lettura". Lettura di testi religiosi, pensava lui, lettura di qualsiasi testo creativo, mi permetto di aggiungere io, che santo non sono ma che mi vanto di conoscere un pochetto i poteri che si sprigionano da un testo scritto. E se è vero che "per la maggior parte della gente leggere è funzionale o è uno svago e soprattutto è rapido" e che nei monasteri si tramanda "la tradizione della lettura meditativa", è anche vero che una delle caratteristiche che differenziano l'essere umano da tutte le altre specie animali è l'immaginazione, che anzi per il noto storico israeliano Harari (l'autore di Sapiens e Homo deus, per intenderci) è proprio la tipicità che ci ha permesso di diventare i padroni del pianeta. E l'immaginazione è uno dei poteri scatenati dalla lettura, anche da quella cosiddetta "d'evasione". Per cui teniamoci ben stretta la lettura, che a seconda dei casi può portarci alla meditazione, alla contemplazione o all'immaginazione (o alla preghiera, certo), sempre comunque un gradino più su verso il nostro santuario.
E siamo al terzo gradino, quello dell'obbedienza, o, meglio, della "libertà obbediente". Obbedienza alla propria coscienza, si intende, opposta per esempio all'obbedienza del consumatore moderno.
Quando le persone sostengono di essere libere, ma in effetti obbediscono a regole non dichiarate, non abbiamo una definizione. Non c'è un termine, perchè questa è una situazione molto moderna e difficile da riconoscere. Questo aspetto ancora senza nome della vita moderna è pericoloso, perché le persone non sanno di essere soggette a progetti di altri e dunque non vedono motivo di liberarsene. L'apparente libertà del consumatore può accecare le persone fino a una dipendenza molto profonda.
Gli altri gradini sono l'umiltà ("la capacità di essere contenti qualsiasi cosa vi accada è il frutto di una grande autoconsapevolezza), la comunità (la condivisione delle solitudini ), la spiritualità e, infine, la speranza, che per i benedettini equivale alla speranza nella vita ultraterrena, ma che per chi benedettino non è (e nemmeno monaco) può benissimo limitarsi ad una visione ottimistica di questa vita terrena, l'unica che ci è dato conoscere, una volta recuperato il proprio status di essere umano a tutti gli effetti.
Quello dell'abate Jamison è quindi un testo di carattere religioso, ma che proprio grazie all'immaginazione (e a un po' di sana irriverenza) può diventare un valido vademecum adatto a tutti coloro che cercano nella vita qualcosa che vada al di là del materiale.

Clausura. Le nuove testimoni dell'assoluto
Espedita Fisher
Castelvecchi


Frutto di quattro anni di lavoro e pubblicato per la prima volta nel 2007, questo libro riporta una lunga serie di incontri e interviste con più di quaranta monache che hanno scelto la clausura, per cercare di capire chi sono, come vivono, ma soprattutto perchè queste donne, a volte giovanissime, hanno deciso di abbandonare il mondo per dedicarsi completamente alla preghiera e alla contemplazione. C'è Elena, Clarissa, che ha lasciato il fidanzato e accantonato la sua laurea in chimica e il suo lavoro ben remunerato perchè sentiva crescere dentro di sè un vuoto che niente riusciva a colmare, finchè ha trovato nella clausura "l'essenziale" che, senza volerlo, andava cercando da sempre, perchè 
qui si vive di gioia, tutto è stupore. Il senso della clausura non è dare conforto a chi viene alla grata. Neppure la preghiera per l'Umanità. E' accettare di essere "nulla". E' vero: la nostra vita "va sprecata", come il nardo di Maddalena sui piedi di Gesù. Ma ci vuole coraggio a farlo, a perdersi completamente ogni giorno.
C'è Alina, Clarissa urbanista rumena, che dopo la caduta del comunismo, ancora bambina, scoprì che la libertà a lungo negata dal regime consisteva nel passare ore davanti ai programmi della tv finalmente sdoganati e nell'uscire con gli amici, fin quando non si rese conto che "una foglia può parlare meglio del più grande oratore". 
C'è Benigna, Clarissa cappuccina, in monastero dal 1952. Affascinata dalla vita claustrale fin da piccola, dice che
la natura umana tende all'offesa, cioè a oscurare il lato spirituale. [...] Di solito, se sei nel giusto, ti capiscono in pochi. Il mondo non è un posto per saggi. Siamo come i turiboli per l'incenso: bruciando purifichiamo ciò che ci circonda. La sofferenza, in realtà, è una possibilità di crescita: nel mondo spirituale tutto è al contrario.
 E l'elenco continua con tante altre monache di diversi ordini religiosi, che incalzate dall'autrice raccontano la loro vita quotidiana dietro la grata e spiegano il perché di una scelta che oggi più che mai sembra così lontana dal sentire comune.

Eremiti
Espedita Fisher
Castelvecchi


Dopo la pubblicazione di Clausura la giornalista calabrese Espedita Fisher ha compiuto un altro viaggio, questa volta alla ricerca degli eremiti moderni, persone che hanno deciso di ritirarsi dal mondo in completo isolamento per dedicarsi ad una vita di contemplazione e di arricchimento interiore. Alcuni sono partiti dalla religione, altri semplicemente sono alla ricerca di un senso dell'esistenza che vada al di là della realtà materiale che caratterizza la nostra società moderna. Fra' Paolo, ad esempio, vive in una casetta da lui stesso costruita sulle rive di un fiume, e dedica il suo tempo a scolpire il legno, a procacciarsi il cibo (assolutamente vegetariano) e a pregare. Il suo, dice, è un atto d'amore nei confronti della Natura, perché
compresi la vana lotta dell'individuo contro se stesso, che se scisso dalla sua parte spirituale è in esilio dal suo ambiente naturale. Non sappiamo più cosa sia l'armonia. La nostra cultura e il nostro sapere nascono dalla contrapposizione con la Natura. [...] Oggi so di essermi ritirato su queste montagne per cercare di salvare almeno un granello della sconfinata Natura che continua a proteggerci nonostante tutto. 
Il viaggio della Fisher continua lungo tutta la penisola, dal Monte Grappa in Veneto alla Calabria, con una veloce incursione sul monte Athos, in Grecia, incontrando eremiti ed eremite delle più diverse estrazioni sociali e inclinazioni, tutti però pienamente appagati dalle loro esistenze solitarie. Molti di loro, pur vivendo in luoghi isolati e, a volte, impervi, apprezzano il contatto sporadico con altre persone con cui possono confrontarsi e restare allo stesso tempo in qualche modo collegati alla realtà che li circonda (c'è chi svolge anche attività di sostegno alle persone bisognose), ma tutti sono accomunati dall'intima necessità di cercare in se stessi una verità che li renda liberi e appagati.  
  
I monaci di clausura
Tonino Ceravolo
Rubbettino


Concludo il mio veloce excursus nel mondo della spiritualità con questo interessante libretto di Tonino Ceravolo, esperto di storia e antropologia religiosa, in cui vengono elencate quelle che sono le caratteristiche che accomunano un po' tutti i monaci di clausura, dal medioevo ai giorni nostri. Si parte dal tempo, che, in monastero,
possiede la caratteristica della lentezza, dell'assenza di ogni agitazione e della mancanza della fretta, di una scansione ispirata ai ritmi naturali della giornata.
Si passa poi all'isolamento, che è prima di tutto isolamento interiore.
La solitudine e il silenzio del cuore, la quies dell'anima, non il semplice allontanamento in spazi remoti e difficilmente esplorabili, sono il contrassegno della vita eremitica. L'isolamento dello spazio esteriore non è altro che l'aspetto visibile dell'altro isolamento, quello, invisibile, dello spazio interiore, reso deserto perché possa essere abitato e invaso solo dal Divino.
Non manca, naturalmente, l'aspetto religioso, e poi la cura del corpo, col regime alimentare adatto al monaco di clausura e l'importanza del lavoro manuale, che è sì una forma di preghiera ma anche un modo per tenersi in esercizio. Infine la morte, che per il monaco è anche il giorno in cui la vita comincia, e infatti viene chiamato dies natalis, e che prevede una serie di precisi rituali coi quali i confratelli accompagnano il defunto nel suo ultimo e più importante viaggio.
 

sabato 28 luglio 2018

SUL COMODINO: OGNI COSA E' ILLUMINATA


Titolo: Ogni cosa è illuminata
Autore: Jonathan Safran Foer
Editore: Guanda
Anno di pubblicazione: 2002

 Il mio nome per la legge è Alexander Perchov. Ma tutti i miei amici mi chiamano Alex, perché è una versione del nome più flaccida da pronunciare. Mia madre mi chiama Alexi-basta-di-ammorbarmi perché sempre la ammorbo.
Comincia così il romanzo che ha fatto conoscere Jonathan Safran Foer al grande pubblico, osannato dalla critica di tutto il mondo, bestseller internazionale. E basterebbero le recensioni dei critici più autorevoli per renderlo degno del mio comodino. Come quella di Citati, ad esempio: "Qualche volta basta un solo libro per cancellare i nostri dubbi sulla letteratura di oggi". O quella di Fernanda Pivano: "E' straordinario pensare che il secolo sia cominciato con il libro straordinario di uno scrittore straordinario come questo". Si tratta della cronaca romanzata di un viaggio in Ucraina che l'autore, giovane ebreo americano, ha veramente compiuto nel 1999 per fare luce sul passato del nonno. In particolare le sue ricerche sono concentrate su Augustine, la donna che compare nella foto che rappresenta l'unico appiglio di Jonathan con quel passato, e che sembra aver salvato nonno Safran dalle deportazioni naziste. Ad accompagnarlo nella ricerca del villaggio di Trachimbrod, distrutto dai nazisti, sono Alex, un giovane interprete ucraino che parla un inglese strampalato, suo nonno e una cagnetta puzzolente.
Dalla quarta di copertina: "Un viaggio immaginoso aggrappato ai fili della memoria, fili impregnati di vita vera, storie d'amore, vicende tragiche o farsesche. Un racconto commovente e profondo, strepitosamente divertente; un modo tutto nuovo di rileggere il passato per illuminare il nostro presente".

RECENSIONE: DECALOGO SEMPLICE


Titolo: Decalogo semplice
Autore: Mike Papa
Editore: FdBooks
Anno di pubblicazione: 2017
Prezzo di copertina: € 13,90


Ho ricevuto questo libro direttamente dall'autore, che me ne ha chiesto una recensione. L'ho affrontato, devo ammettere, con un certo scetticismo, preda del classico pregiudizio che considera gli autori cosiddetti emergenti nella migliore delle ipotesi dei volonterosi principianti e nella peggiore una perdita di tempo. E invece, dopo un inizio stentato, devo dire che ne sono stato piacevolmente impressionato. Certo, ci sono diverse forzature, qualche ingenuità, parolacce a iosa che in alcuni casi arricchiscono il racconto e la figura del protagonista ma in altri la appesantiscono fino a sfiorare la volgarità gratuita, alcune stonature, ma procedendo con la lettura mi sono ritrovato a sorridere (in certi punti a ridere proprio di gusto!), a immedesimarmi nei personaggi, ad avere una punta di ansia per come sarebbe proseguito il racconto e addirittura, un pochino, a commuovermi. Insomma, ero coinvolto, e quando un autore riesce a coinvolgere il proprio lettore ha già raggiunto un obiettivo fondamentale (che anche gli autori cosiddetti affermati, a volte, faticano ad ottenere).
Decalogo semplice è una raccolta di dieci racconti con protagonista Rocco Raspa, un imbianchino svogliato, scazzato e disilluso che vive da solo col suo gatto e sfrutta le dritte dello zio per accaparrarsi qualche saltuario lavoretto da svolgere possibilmente nei pressi della sua abitazione, sita in via Wagner numero nove, in un paesino da lui denominato "Buco del culo del mondo". E' circondato da una serie di personaggi improbabili e divertenti, tra cui spiccano Abramo, il barista gay del Tradicional (il suo bar preferito, dove tutto è rimasto fermo agli anni ottanta, compreso il telefono a gettoni e il flipper "con le tradizionali cinque palle e il contatore meccanico dei punti", e che rappresenta allo stesso tempo la valvola di sfogo e, soprattutto, l'oasi di pace di Rocco: "Dopo tutte quelle disavventure e delusioni piombare nell'antro del Tradicional fu come farsi fare un massaggio thailandese da una svedese"), l'aiuto barista Amelia, pezzo di ragazza di cui il nostro è perdutamente innamorato (o almeno perdutamente attirato dal suo décolleté), Claudia la Rospa (la barista del bar di Pansecco, con cui Rocco vivrà una tragicomica avventura sentimentale), lo zio Nello, la sorella Rachele e il di lei figlio Giuseppe Maria detto Peppe, muto, aiutante di Rocco alla bisogna nonchè novello Watson. Aiutato spesso e volentieri da qualche spinello e dalla bottiglia (la sua versione del gin tonic è riempire il bicchiere di gin e farlo passare davanti alla bottiglia di acqua tonica), contrariamente a quanto pensa l'ispettore Arduini ("mi creda Rocco, lei non ha una vita molto interessante"), il nostro finisce immancabilmente col restare invischiato in qualche disavventura, che il più delle volte risulta essere esilarante, altre surreale, altre ancora allucinata, o poliziesca, o tragica. Perchè i racconti contenuti in questo libro hanno sì, prima di tutto, lo scopo dichiarato di farci ridere, ma poco a poco emergono anche altre emozioni, ed emerge soprattutto l'umanità del protagonista, che non è (lo si scoprirà alla fine) solo quel cazzaro misantropo e menefreghista che vorrebbe farci credere. Ne viene fuori una specie di antidecalogo irriverente e scanzonato (i cui dieci anticomandamenti sono posti alla fine dei rispettivi racconti che, per così dire, li esplicano, anche se potrebbero benissimo rappresentarne i titoli), che si muove su vari registri e che riesce a farci affezionare a tutti gli antieroi che lo popolano, lasciandoci una sensazione insieme di leggerezza e di soddisfazione che solo gli autori "già emersi" sanno suscitare.        

venerdì 20 luglio 2018

BUONE VACANZE!

Anche il covo del lettore necessita di un po' di riposo e quindi il blog si prende qualche giorno di vacanza. La pagina facebook resterà invece attiva per eventuali, irrinunciabili aggiornamenti. Buone vacanze e buone letture a tutti!
Filippo

NUOVE USCITE 16-07-18 / 21-07-18


Ultimi lanci novità prima della pausa estiva. E i titoli sono, effettivamente, "da spiaggia". Da segnalare, infatti, ci sono essenzialmente gialli (con gli immancabili thriller psicologici) e narrativa d'evasione, il tutto impreziosito da una documentatissima biografia del mai dimenticato Robin Williams.

Friend request. Richiesta di amicizia
Laura Marshall
Piemme
€ 18,90
Louise riceve una richiesta di amicizia su facebook. Non ci sarebbe niente di strano se la persona che gliel'ha inviata non fosse morta più di venticinque anni prima. Louise sarà così costretta ad un doloroso ritorno al passato in cui pensava di avere sepolto per sempre tutti i suoi segreti. Grande successo in Inghilterra, dov'è uscito nel 2017. Attenzione: il libro non ha niente a che fare con l'omonimo film di Simon Verhoeven.

Dove c'è fumo
Simon Beckett
Bompiani
€ 18,00
L'autore della serie di David Hunter (cinque romanzi pubblicati in Italia tra il 2006 e il 2017, tutti da Bompiani) si cimenta qui con la moda del momento, il thriller psicologico. Kate Powell, trentenne disillusa dalla vita e dall'amore, decide di avere un figlio ricorrendo all'inseminazione artificiale. Il donatore prescelto sembra il candidato ideale: uno psicologo affascinante e riservato. Ma a volte l'apparenza inganna... 

Come sopravvivere al tuo ex
Marie-Renée Lavoie
Sperling & Kupfer
€ 16,90
Divertente commedia al femminile sulle disavventure d'amore. Diane viene improvvisamente lasciata dal marito, dopo venticinque anni di matrimonio. Quella che è stata appena definita una donna "piatta" saprà trovare, con autoironia e spirito tipicamente femminili, la forza per "sopravvivere al suo ex", diventando nel contempo un punto di riferimento ed un esempio per tutte le sue amiche. 

International guy. Parigi, New York, Copenaghen
Audrey Carlan
Mondadori
€ 14,90
Dall'autrice della serie Calendar Girl arriva il primo capitolo di una nuova saga erotica che ruota attorno all'International guy, un'agenzia creata da uomini al servizio delle donne. Il fondatore Parker Ellis e i suoi due collaboratori sono pronti ad esaudire qualsiasi necessità o desiderio venga richiesto dal gentil sesso, anche se si tratta di una notte di passione con un uomo senza inibizioni... 

I ricordi di un'altra
Louise Jensen
Sperling & Kupfer
€ 18,90
Secondo thriller psicologico dell'autrice de La sorella (Sperling & Kupfer 2017). Jenna viene salvata in extremis da una gravissima infezione grazie ad un trapianto di cuore. Ignorando le regole, decide di incontrare la famiglia della donatrice, una giovane ragazza di nome Callie morta in un incidente. A poco a poco si rende conto che l'apparente perfezione di quella famiglia nasconde molti segreti e che quello di Callie, probabilmente, non è stato un incidente.

Robin Williams. Storia di una vita
Dave Itzkoff
Mondadori
€ 25,00
Il giornalista culturale del New York Times ci presenta una biografia documentatissima dell'attore Robin Williams, morto suicida il 12 agosto 2014. Dall'infanzia e dagli anni alla Juilliard School di New York, passando per la gavetta come comico di cabaret, fino ai grandi successi televisivi e cinematografici e al tragico epilogo, Itzkoff ci racconta l'artista, ma anche l'uomo, con la sua forza e il suo altruismo, le sue insicurezze e le sue dipendenze, per arrivare alla depressione aggravata dalla malattia degenerativa da cui era affetto e che probabilmente fu la causa del suo gesto estremo. Le fonti sono le più dirette: famigliari, amici, colleghi e interviste dirette all'attore.   

Il vizio del male
Bruce DeSilva
Giunti
€ 16,00
Il reporter Liam Mulligam, duro dal cuore tenero, in cerca di notizie interessanti per risollevare le sorti del suo giornale in crisi, si ritrova ad indagare su due morti apparentemente scollegate, ma che riveleranno il sordido contraltare dell'apparente perbenismo della città di Providence.

Greatest hits
Laura Barnett
Bompiani
€ 19,00 
Il romanzo racconta la vita della musicista Cass Wheeler attraverso i ricordi legati alle canzoni che l'artista sta scegliendo per comporre il suo greatest hits. Nell'arco di una giornata riaffioreranno le sue amicizie, i suoi amori, i suoi alti e bassi, animati dalla colonna sonora di pezzi che hanno segnato un'epoca.  

giovedì 19 luglio 2018

RECENSIONE: OMICIDI NELLA DOMUS



Titolo: Omicidi nella domus
Autore: Walter Astori
Editore: Piemme
Prezzo di copertina: € 19,00
Anno di pubblicazione: 2018 

Sinossi
Il questore di Roma Flavio Callido, in cerca di un po' di riposo dalle fatiche legate al suo incarico, si reca in visita al padre Spurio nella sua villa di campagna a poche miglia dall'urbe. Siamo nel I secolo a.C., Roma è governata da un Senato in cui la corruzione è pratica diffusa, mentre in città le liste di proscrizione del dittatore Silla seminano sospetti e paura. La situazione politica generale si riflette anche nel microcosmo della domus di Spurio, che nel momento in cui giunge Flavio ospita già due importanti personaggi in odore di consolato con il loro seguito di guardie, famiglie e servi, e la figlia di Silla, Fausta Cornelia, donna emancipata e libertina. Appena arrivato, Callido capisce subito che la tranquillità che sperava di trovare rimarrà soltanto un'illusione. Nella domus è infatti appena stata trovata morta nel suo cubicolo Cecilia, moglie di uno degli ospiti illustri, Lucio Calpurnio Bestia, nonchè figliastra adottiva di Marciana, cugina di Catone l'Uticense. Bestia diventa subito il primo sospettato, anche a causa delle circostanze misteriose e molto simili alle attuali in cui era deceduta la sua prima moglie, e le sue mire su Licinia, sorellastra dell'altro ospite importante Lucio Licinio Murena, sembrano costituire un chiaro movente. Bestia avrebbe infatti ucciso Cecilia per poter poi sposare Licinia e consolidare quindi l'alleanza con Murena, che avrebbe potuto aiutarlo nella sua carriera politica. Nello stesso modo si sarebbe comportato con la prima moglie, avvelenata per poter sposare Cecilia ed entrare così a far parte della cerchia dei protetti dell'influente Catone. Bestia si difende affermando che la morte è avvenuta per cause naturali, ma Flavio Callido è convinto fin da subito che si tratti di omicidio e le prime indagini confermano la sua ipotesi. Ma chi è il vero colpevole? Tutti gli abitanti della domus entrano prima o poi nella lista dei sospetti, compresi gli schiavi, compreso il padre Spurio. Nel frattempo gli omicidi diventano due, poi tre, e il nostro questore dovrà dare fondo a tutto il suo acume investigativo per non rimanere invischiato nella ragnatela di gelosie, interessi, relazioni clandestine, corruzione e stregoneria che poco a poco si forma attorno al caso.
Secondo romanzo della serie dedicata al questore Flavio Callido, dopo Omicidi nell'urbe (Piemme 2018).

Pregi
Giallo storico classico che si sviluppa in modo fluido e coerente attorno a una trama ben congegnata, alla Agatha Christie. I personaggi sono caratterizzati quanto basta per fargli ricoprire in modo diligente il ruolo assegnatogli all'interno della storia, come tanti ingranaggi ben oliati che lavorano per uno stesso scopo. Flavio Callido si muove tra di loro con una razionalità che non si perde mai per strada il lettore, accompagnandolo con leggerezza nei meandri di un rompicapo che avvince piacevolmente fino alla fine. 

Difetti
E' un romanzo da manuale di scrittura creativa e, almeno per quanto mi riguarda, questo è un difetto più che un pregio. Tutto è come dovrebbe essere, pulito e perfetto. La prosa è fluida, i personaggi reali, la trama scorrevole, la ricostruzione storica accurata. Quello che manca, a mio modesto parere, è uno slancio che sappia superare le leggi del buon romanzo, uno squarcio che lasci intravvedere una qualche profondità, un piccolo invito ad andare oltre per sentirsi pienamente coinvolti nella storia e facenti parte di un mondo altro, di un'altra epoca, di un altro sentire. La frequenza di termini tecnici latini, ad esempio, può senza dubbio aiutarmi a farmi una cultura sulla struttura delle case romane e sul loro arredamento, sull'abbigliamento del tempo, sul cibo, sui vari ruoli degli schiavi, ma di certo non basta a creare un'atmosfera. Così come il trucchetto del colpo di scena alla fine di ogni capitolo può essere certamente utile per invogliare il lettore a girare pagina, ma alla fine stanca, diventa prevedibile e si rivela per quello che è, un mero espediente. Manca, insomma, il guizzo, il tocco magico, imprevedibile e illuminante del talento narrativo, la calamita che cattura lo spirito prima che la ragione se ne accorga. Astori, comunque, il suo compitino lo ha svolto, scrivendo un romanzo che dal punto di vista tecnico non ha nulla da eccepire, che si fa leggere (ma non assaporare), che fa lavorare le meningi (ma non volare lo spirito) e che disegna un ritratto realistico della società del tempo (ma non ti ci fa entrare). In definitiva, un buon giallo da spiaggia.

Consigliato a 
Chi cerca una lettura d'evasione
Chi ama il giallo classico che più classico non si può

Voto
3/5                

mercoledì 18 luglio 2018

NOVE LIBRI PER UN'APOLOGIA DELL'OZIO



L'estate, con l'arrivo delle vacanze, è il periodo dell'anno in cui, finalmente, ci si può dedicare all'ozio. E' il momento in cui possiamo "staccare la spina" e occuparci di quello che ci piace di più, dei nostri hobbies, dei nostri svaghi, dei nostri interessi, o semplicemente possiamo starcene in pace seduti sotto un pino a contemplare il paesaggio e a riflettere, sognare, immaginare, fantasticare, creare. E possiamo farlo in tutta libertà, senza condizionamenti, ma, soprattutto, senza sensi di colpa. Sì, perchè invece durante il resto dell'anno dobbiamo lavorare, studiare, impegnarci nelle attività quotidiane che ci permettono di portare a casa, come si dice, la pagnotta. Durante il resto dell'anno l'ozio è bandito dalla nostra vita, vietato, condannato e in certi casi, addirittura, punito. Ma non è sempre stato così. Gli antiche greci, ad esempio, provavano disprezzo per il lavoro, che infatti era riservato agli schiavi, mentre nell'antica Roma l'otium era il tempo libero dalle occupazioni politiche o militari da dedicare all'attività creativa e allo studio, e non aveva alcuna connotazione negativa. Ho riunito qui un po' di libri che cercano di riabilitare e nobilitare l'ozio, di farlo rientrare a pieno titolo nelle necessità imprescindibili di uomini e donne, che lo antepongono anzi, come importanza, a qualsivoglia altra attività pratica. Perché, come diceva Oscar Wilde: "La vita contemplativa, la vita che ha per scopo non il fare ma l'essere, e non l'essere semplicemente, ma il divenire: ecco che cosa può darci lo spirito critico. Gli dèi vivono così".
Siamo davvero sicuri che l'ozio sia il padre dei vizi?


L'ozio come stile di vita
Tom Hodgkinson
Rizzoli

Un utilissimo vademecum per chi desidera fare dell'ozio l'attività più importante delle sue giornate e raggiungere nel dolce far niente la felicità di una piena realizzazione personale, senza essere appesantito dai sensi di colpa. Partendo da una critica sostanziale all'attuale modello sociale che prevede una iperattività continua e considera l'ozio come un vizio da evitare, lo scrittore inglese (direttore della rivista "The Idler" , in cui scrittori e umoristi esaltano i piaceri dell'ozio e della pigrizia e combattono l'idolatria del lavoro) programma la giornata ideale dell'ozioso. Dal risveglio posticipato 
Non solo alzarsi presto è del tutto innaturale, ma io voglio anche affermare che restarsene a letto mezzo addormentati è estremamente benefico per la salute e l'umore. Una buona mezz'ora trascorsa dormicchiando nel letto la mattina può, per esempio, aiutarvi a prepararvi mentalmente per i problemi e i compiti che vi aspettano.
alle attività da svolgere in attesa del pranzo (leggere poesie, concedersi una capatina mattutina al pub, dedicarsi all'arte, alla contemplazione e alla "nobile attività del bighellonare") e alla critica al concetto moderno di lavoro, quello post rivoluzione industriale.
Le macchine sottrassero il processo di produzione alle mani e alle menti. [...] [I nuovi lavoratori] forse guadagnavano più denaro, ma la qualità della loro vita subì un durissimo colpo. Il caos gioioso, le attività svolte in armonia con le stagioni, la varietà, il cambiamento, l'autogestione: tutto ciò fu sostituito da una cultura del lavoro brutale, standardizzata, dei cui effetti paghiamo le conseguenze ancora oggi. In altre parole, il posto fisso fu inventato per rendere le cose più facili a coloro che stanno al vertice.
Dopo aver risolto il problema dei postumi della sbornia della notte precedente rivalutandone gli aspetti positivi (acutezza dei sensi che può portare addirittura ad uno stato visionario, occasione per prendersi una "pausa dalla realtà" e restarsene tranquilli in casa "con una quantità illimitata di tazze di tè, degli amici che si trovano nel nostro stesso stato e un film demenziale in tv") si passa al pranzo, cui si deve dedicare tutto il tempo necessario (e qui ci sta un'altra critica al fast food e alle brevissime pause-pranzo), all'imprescindibile pisolino pomeridiano, all'ora del tè, alla sana conversazione e alla meditazione, per arrivare infine all'ora di andare a letto e al sonno notturno cui dobbiamo dedicare tutto il tempo necessario. Fondamentale, poi, il capitolo dedicato al sesso, che necessitando di un certo sforzo fisico potrebbe creare qualche problemino all'ozioso professionista.
Un libro che tra il serio e il faceto (ma molto più serio di quanto si potrebbe immaginare) ci fa riflettere sulla necessità di prenderci qualche pausa e di dedicare più tempo al nostro essere umani. 
Ciò che tutti noi facciamo oziando è rivendicare a gran voce il bisogno di vivere in un modo più antico, naturale e primitivo.
 
I pensieri oziosi di un ozioso
Jerome K. Jerome
Vari editori


Questo non è strettamente un libro sull'ozio, ma è un libro che senza l'ozio non avrebbe potuto essere scritto. Attraverso 14 racconti, saggi e pensieri l'arguto, ironico e mordace autore di Tre uomini in barca mette a nudo vizi (tanti) e virtù (poche) della moderna borghesia inglese, sfruttando, appunto, l'obiettività e la presa di distanza che la sua predisposizione all'ozio e alla contemplazione gli permettono di avere. Con la sua prosa tipicamente british in bilico tra riflessione seria e ironia salace, condita con aneddoti divertenti ed irriverenti, Jerome ci parla con la stessa attenta e leggera premura di bollette, amore, tempo, abiti, bambini, letto, pigrizia e lavoro. E naturalmente della sua amatissima pipa, inseparabile compagna di ozi, cui il libro è dedicato. 

 Elogio dell'ozio
Robert Louis Stevenson
La vita felice


Conosciuto ai più come l'autore de L'isola del tesoro e di altre celebri opere di fantasia, forse non tutti sanno che Stevenson fu anche un attento osservatore della realtà che lo circondava, nonché un estimatore dell'ozio in tutte le sue forme. Scritto di getto nel pieno della seconda rivoluzione industriale, questo pamphlet contesta apertamente l'abbrutimento cui stavano andando incontro i nuovi lavoratori, l'aridità di sentimenti e di slanci emotivi delle nuove generazioni, la scomparsa di interessi che fossero all'altezza di quelli legati al profitto e all'operosità.
Esiste una sorta di morti viventi, individui insulsi che a malapena sono consapevoli di esistere se non nell'esercizio di qualche occupazione occasionale. [...] Quando non devono recarsi al lavoro, quando non hanno fame nè voglia di bere, l'intero universo vivente è uno spazio vuoto per loro. Se a costoro occorre di dover aspettare un treno per un'ora o più, cadono in una specie di stupido trance a occhi aperti. A guardarli si è portati a ritenere che non esista nulla che meriti di essere osservato e nessuno con cui parlare; sembrano paralizzati o alienati, eppure è del tutto probabile che costoro a modo loro siano lavoratori indefessi, e che abbiano la vista buona solo per scovare un refuso in un atto legale o una fluttuazione del mercato.
E a tutto questo contrappone un sano ritorno all'ozio, inteso come la riconquista del proprio tempo e di un uso indipendente della propria persona, ormai legata a doppio filo ad un'etica del lavoro che al di là dei proclami sembra ridurre uomini e donne in schiavitù.
Il perenne attaccamento a ciò che un uomo chiama i suoi affari può essere sorretto solo dal perenne oblio di molte altre cose. E non è affatto sicuro che il lavoro sia la cosa più importante per un uomo.
La cosa più importante per un uomo, dice Stevenson, è la felicità, quella di cui può godere l'ozioso dalle finestre del suo "Belvedere del Buon Senso":
 Un paesaggio verde e sereno; salotti illuminati dal fuoco dei camini; brave persone che ridono, bevono e fanno all'amore come facevano prima del Diluvio universale o della Rivoluzione francese; e il vecchio pastore che conta le sue pecore sotto il biancospino. 
Lavoro utile, fatica inutile
William Morris
Donzelli


Pubblicato una decina d'anni dopo quello di Stevenson, anche questo libello, scritto da uno dei più eclettici ed influenti uomini d'arte e di politica dell'Inghilterra del secondo Ottocento, si scaglia contro le conseguenze negative che la Rivoluzione industriale ha portato nella vita quotidiana di uomini e donne, concentrandosi però esclusivamente sul concetto e sulla visione moderna del lavoro. Posso sintetizzarlo in due citazioni, che più di ogni altra considerazione rendono l'idea del pensiero dell'autore.
La prima:
Dobbiamo cominciare a costruire la parte decorativa della vita - i suoi piaceri, fisici e mentali, scientifici e artistici, sociali e individuali - sulla base del lavoro intrapreso volentieri e con gioia, consapevoli di apportare in tal modo un beneficio a noi stessi e a chi ci sta intorno.
E la seconda, che spiega in cosa consiste questa "parte decorativa" e la contrappone a quella che potremmo definire "parte utile" della vita così come si stava profilando in quegli anni, ma che per certi versi può essere applicata anche ai nostri giorni:
Ricchezza è quello che la Natura ci dà e quello che un uomo assennato può trarre dai suoi doni per farne un uso ragionevole. La luce del sole, l'aria fresca, l'incontaminato volto della Terra, e quanto abbisogni di cibo, vestiario e alloggi decenti; l'accumulo di conoscenze di ogni tipo, e il potere di diffonderle; i mezzi con cui gli uomini possano liberamente comunicare fra loro; le opere d'arte, la bellezza che l'uomo crea quando è uomo nel senso più alto, animato da aspirazioni e premura per gli altri - tutte cose al servizio del piacere della gente, libere, degne di un uomo e incorrotte. Questa è la ricchezza. Nè posso pensare a qualcosa che valga la pena avere e che non ricada in una di queste categorie. Ma riflettete, ve ne prego, su quel che produce l'Inghilterra, l'officina del mondo: non rimarreste sconcertati, come lo sono io, al pensiero di una massa di oggetti che nessun uomo sano di mente potrebbe desiderare, ma che la nostra inutile fatica produce - e vende?
Sull'ozio
Seneca
Vari editori


Scritto nel 62 d.C., è il dialogo in cui Seneca cerca di conciliare il suo ritiro dalla politica con i principi dello stoicismo, cui si è sempre attenuto e che prevederebbero invece la preminenza della vita pubblica su quella privata. In fondo, dice Seneca, le concezioni dell'otium che derivano dalla dottrina stoica e da quella epicurea sono molto simili, perchè entrambe affermano che alla base dell'attività, e quindi dell'impegno per la res publica, c'è sempre e comunque la contemplazione, fonte primaria e basilare del piacere. Si tratta, in sostanza, della contrapposizione classica tra otium e negotium, nella quale secondo il filosofo di Cordova i due termini si sostengono a vicenda. Interessante, ai fini della nostra lista, è lo slittamento semantico del termine otium, che nell'antica Roma significava sostanzialmente "lavoro (privato) che eleva lo spirito", mentre oggi ha una valenza esplicitamente negativa, volendo significare il non aver voglia di fare niente contrapposto alla buona volontà di colui che invece si dà da fare. 

 Elogio dell'ozio
Bertrand Russell
Tea


Questo libro prende il titolo da uno dei quindici saggi che lo compongono. In esso il filosofo, matematico e logico gallese esprime la sua critica all'attivismo imperante e la sua convinzione che in una società ideale sia fondamentale concedere il giusto spazio alla contemplazione. Come i già citati Stevenson e Morris anche Russell prende le distanze dal concetto moderno di lavoro, dalla ricerca sfrenata del profitto e dal mancato sfruttamento delle invenzioni tecniche che avrebbero potuto limitare la fatica fisica degli uomini, ma che hanno al contrario causato un'accelerazione dei ritmi lavorativi. La sua proposta, rimasta celebre (e inattuata) era di limitare la giornata lavorativa a quattro ore, il che avrebbe portato alla fine della disoccupazione e avrebbe nel contempo permesso ad ogni lavoratore di non essere "tagliato fuori da molte delle cose migliori", cioè dall'ozio e dalla conseguente opportunità di essere, prima che un lavoratore, un essere umano.  

Ozio creativo
Domenico De Masi, Maria Serena Palieri
 Rizzoli


Partendo dalle stesse considerazioni di Russell, il sociologo del lavoro De Masi arriva ad una conclusione ottimistica, profetizzando in un certo senso la realizzazione del sogno del filosofo gallese. Proprio perché le macchine hanno limitato drasticamente la fatica fisica, nella società postindustriale l'"ozio creativo" (l'aggettivo diventa oggi obbligatorio se vogliamo ridare al concetto la valenza positiva che aveva in origine) è destinato ad assumere un ruolo da protagonista, nel lavoro come nel tempo libero. Anzi, lavoro e tempo libero finiranno col fondersi assieme in una quotidianità in cui la tecnologia ci permetterà di riappropriarci dei nostri spazi personali e nello stesso tempo di restare in contatto con il mondo. Nel più recente Lavorare gratis, lavorare tutti, De masi sembra mitigare leggermente il suo ottimismo, constatando l'aggravarsi del problema della disoccupazione (dovuto proprio all'avvento di quelle macchine che avrebbero dovuto semplificare la vita dell'uomo) e proponendo, come soluzione, di lavorare gratis, per scardinare il sistema economico vigente e realizzare una società finalmente libera dal lavoro e, quindi, più felice.   

L'arte dell'ozio
Hermann Hesse
Mondadori


Quella espressa da Hesse in questa raccolta di racconti e riflessioni in gran parte autobiografici è una concezione dell'ozio di matrice orientale, che pone l'accento sull'individualità, la contemplazione, la qualità del pensiero del singolo contro la quantità della massa. E' l'ozio caro agli artisti, terreno di coltura della creatività, baluardo della spontaneità contro l'avanzata sempre più spregiudicata della razionalità e dell'efficientismo.
Per noi artisti la personalità non è un lusso, bensì condizione esistenziale, aria vitale, capitale irrinunciabile. [...] Fin dalle origini gli artisti hanno sempre avuto bisogno di momenti d'ozio, in parte per chiarirsi nuove conoscenze e portare a maturazione il lavoro inconscio, in parte per riavvicinarsi ogni volta, con disinteressato fervore, al mondo naturale, diventando nuovamente bambini, sentendosi di nuovo amici e fratelli della terra, della pianta, della roccia e della nube.

Il diritto all'ozio
Paul Lafargue
Vari editori


Pubblicato nel 1883, questo pamphlet di ispirazione socialista (apprezzato, tra gli altri, da Karl Marx) è in buona sostanza un attacco contro quella "strana follia", l'amore per il lavoro, che si è impossessata delle masse della società moderna e che ha portato alla degenerazione intellettuale tipica delle società capitalistiche. Quella di Lafargue è una violenta invettiva contro il lavoro estenuante che porta all'alienazione e una appassionata difesa del diritto al tempo libero. Inoltre, anticipando Russell, critica l'uso sempre più massiccio delle macchine che non porta ad un'effettiva riduzione dell'orario di lavoro. Famosa la sua frase: "Dio stesso ci dà un buon esempio di ozio: dopo aver lavorato per sei giorni, si riposa per l'eternità".    


 


  

domenica 15 luglio 2018

NUOVE USCITE 09-07-18 / 14-07-18


Tra le nuove uscite di questa settimana non ricchissima (si stanno avvicinando le ferie anche per gli editori), segnalo alla vostra attenzione libresca due gialli storici, un thriller che è già un successo in patria, qualche interessante romanzo per signore, la biografia romanzata di Montaigne e la nuova, sfiziosa raccolta di curiosità dell'entomologo e collezionista di storie Sjoberg. Buone letture!

Il settimo peccato
Carlo A. Martigli
Mondadori
€ 19,00
Thriller storico ambientato nel XVI secolo a Venezia. Il futuro papa Giulio III e il suo magister, l'inquisitore francescano Martino da Barga, devono difendere il pittore Hieronymus Bosch accusato di eresia e di una serie di misteriosi omicidi messi in scena come opere d'arte.

Omicidi nella domus. Un'indagine del questore Callido
Walter Astori
Piemme
€ 19,00
Seconda indagine del questore Flavio Callido (dopo Omicidi nell'urbe, Piemme 2018), alle prese con un omicidio, avvenuto nella villa di campagna del padre, che sembra coinvolgere personaggi influenti della Repubblica. Sarà la mia prossima recensione.

Lei è scomparsa
Susie Steiner
Piemme
€ 18,90
Primo caso per la detective Manon Bradshaw, poliziotta dedita agli appuntamenti al buio e mai abituatasi alle conseguenti delusioni. Avrà 72 ore di tempo per ritrovare Edith Hind, studentessa ventenne di Cambridge scomparsa in modo insolito da casa. Esordio da 250000 copie negli Stati Uniti, citato dal Wall Street Journal tra i dieci migliori thriller dell'anno.

Riunione di classe
Rona Jaffe
Neri Pozza
€ 18,00
Ancora a Cambridge, questa volta nel 1977. Quattro ex compagne di college si incontrano al raduno annuale degli ex studenti. Vent'anni prima erano amiche inseparabili, e questa sarà la loro occasione per fare i conti col presente e coi segreti nascosti in quel passato mai dimenticato.

Perché ci ostiniamo
Fredrik Sjoberg
Iperborea
€ 16,50
Nove racconti legati ad aneddoti curiosi e realmente accaduti che coniugano la passione scientifica dell'entomologo svedese e la sua costante ricerca della bellezza: nella storia, nell'arte, nel paesaggio.

Cuore di tempesta
Corina Bomann
Giunti
€ 15,90
La scrittrice tedesca torna in libreria con un'altra commedia romantica che racconta la storia d'amore tra Cornelia e il celebre scrittore americano Richard Henderson, sullo sfondo della grande alluvione che devastò Amburgo nel 1962. Il racconto inizia ai giorni nostri, con una lettera trovata dalla figlia tra le carte della madre morente, e con la visita dello scrittore che rievoca quel passato mai del tutto dimenticato.

Il segretario di Montaigne
Luca Romano
Neri Pozza
€ 17,00
Si tratta della biografia romanzata di Michel de Montaigne raccontata attraverso la vita di Jean-Marie Cousteau, un ex capitano di cavalleria che diventerà il suo valletto personale aiutandolo nella stesura sotto dettatura dei Saggi e nelle occupazioni di tutti i giorni. Nel tentativo di alleviare le frequenti malinconie di cui soffre il filosofo, Cousteau gli proporrà un viaggio verso Roma, quello stesso viaggio che poi Montaigne descriverà nel suo Diario di viaggio in Italia e che segnerà profondamente il rapporto tra i due uomini. 

La proposta
Paula Daly
Longanesi
€ 19,90
Roz Toovey, mamma di un bambino di nove anni, separata e in gravi difficoltà economiche, riceve la proposta da parte di Scott Elias, ricco, influente e sposato, di passare una notte con lui in cambio di denaro. L'uomo le garantisce la massima riservatezza, e Roz pensa che quella sia l'unica soluzione per risolvere i suoi guai. Ma la situazione comincerà presto a sfuggirle di mano...  

La ragazza che voleva diventare una geisha
Isabelle Artus
Baldini + Castoldi
€ 18,00
Thad e Pamela subiscono da sempre il fascino della cultura giapponese. Lui si considera un samurai della Bretagna, lei vive come una geisha e vende bonsai a Parigi. I due si amano, ma un giorno Thad se ne va, vuole ritrovare se stesso nella terra che fin da piccolo stimola i suoi sogni e le sue fantasie. Pam non si rassegna, e vola in Giappone per riconquistare il suo amore...