sabato 5 dicembre 2020

RECENSIONE: SAPIENS. DA ANIMALI A DEI. BREVE STORIA DELL'UMANITA'

 


 Titolo: Sapiens. Da animali a dèi. Breve storia dell'umanità

Autore: Yuval Noah Harari

Editore: Bompiani

Anno di pubblicazione: 2014

Prezzo di copertina: € 16,00

 

   E' così scontato che i cacciatori-raccoglitori di 30000 anni fa trascorressero un'esistenza meno confortevole e gratificante dei contadini, pastori, operai e impiegati venuti dopo di loro? E che fossero meno abili e intelligenti dei loro discendenti moderni? Cosa sono le teorie del rimpiazzamento e dell'ibridazione delle specie? Perché il prevalere dell'una sull'altra può avere conseguenze esplosive nella politica attuale? In cosa consiste la rivoluzione cognitiva e che strumenti ha offerto alla specie dei Sapiens per conquistare il mondo? Che impatto ha avuto a livello biologico e ambientale? Perché "la rivoluzione agricola fu la più grande impostura della storia", anzi, una vera e propria trappola? Siamo sicuri che il successo evoluzionistico di una specie corrisponda al successo dei suoi singoli individui? E ancora: come, dove e perché nascono i numeri e la scrittura? Come si pongono le gerarchie socio-politiche e il rapporto tra i sessi nella storia dell'evoluzione? E quante di queste gerarchie hanno un effettivo fondamento biologico? La storia dell'umanità ha uno scopo? E avrà, prima o poi, una fine? In che modo denaro, impero e religione hanno contribuito ad uniformare le società? Dove ci porterà la rivoluzione scientifica supportata dalla forza trainante del capitalismo? E infine: cos'è la felicità, obiettivo dichiarato di tutti gli esseri umani? Si tratta di uno stato d'animo che si può raggiungere oggettivamente o di un'illusione che siamo costretti ad inventarci per dare un senso alla vita? 

  Queste, grosso modo, sono le domande cui tenta di dare risposta lo storico israeliano Harari, in un saggio che si legge come un romanzo ma che ci offre una lunga serie di evidenze scientifiche (alcune semplicemente curiose, altre sconcertanti) e di spunti di riflessione. L'intuizione suggestiva che sta alla base di tutto il libro è il riconoscimento del potere dell'immaginazione, sul quale da sempre si fondano le convenzioni che consentono a noi Sapiens di cooperare e di vivere in società. L'ordinamento politico, la religione e il denaro sono parti della fantasia che non hanno nessun fondamento biologico, ma che permettono a grandi masse di essere umani di capirsi, aiutarsi vicendevolmente e lavorare assieme per il benessere comune, a patto però che tutti ci credano. "Crediamo in un particolare ordine", dice l'autore, "non perché sia oggettivamente vero, ma perché crederci ci permette di cooperare efficacemente e di forgiare una società migliore. Gli ordini immaginari non sono cospirazioni maligne o inutili miraggi. Sono invece l'unico modo con il quale grandi numeri di individui possono cooperare efficacemente". 

  Attraverso un excursus storico che parte dalla nascita dell'uomo e si proietta verso le nebbie più o meno mefitiche del futuro prossimo venturo, Harari ci racconta in 500 pagine godibilissime il senso se non della vita in sè ("Da un punto di vista puramente scientifico, la vita umana è assolutamente senza senso"), per lo meno della struttura sociale, degli strumenti (concreti o immaginati) e dei condizionamenti (presunti o biologici) che stanno alla base del nostro vivere quotidiano, e ci indica la via per una felicità che, a prescindere da qualsiasi teoria scientifica, resta una conquista squisitamente individuale.  

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