Ormai lo avrete capito, tra i tanti generi libreschi che amo frequentare, quello dei libri sui libri occupa una posizione importante. Credo sia perché essi sublimano la mia grande passione per la lettura, mettendo in risalto prima di tutto - prima delle interpretazioni, dei gusti particolari o dell'interesse del momento - il libro in sè, l'idea di libro, l'incredibile varietà di mondi, idee, dimensioni che il libro, ogni libro, è in grado di contenere, e l'incredibile quantità di emozioni, sensazioni, suggestioni che da esso posso ricavare in ogni momento. Ogni libro sui libri rappresenta quindi un omaggio alla lettura e alla sua magia, che è la magia dell'immaginazione ma anche quella della conoscenza, e proprio di conoscenza parla il libro sui libri che vi presento in questo post.
La mappa dei libri perduti è un saggio uscito questa settimana in cui la storica inglese Violet Moller ricostruisce il percorso di tre grandi classici scientifichi dell'antichità che sono sopravvissuti al crollo dell'Impero romano e al successivo, tormentato periodo delle invasioni barbariche, durante il quale il patrimonio letterario classico ed ellenistico venne messo in serio pericolo. Degli Elementi di Euclide, dell' Almagesto di Tolomeo e delle opere di medicina di Galeno, infatti, erano sopravvissute solo poche copie sparse tra Siria, Anatolia, Grecia ed Egitto. Ed è proprio dall'Egitto che inizia il nostro viaggio, nella città sede della celebre biblioteca nella quale proprio Euclide e Tolomeo composero i loro capolavori. Stiamo parlando, ovviamente, di Alessandria, per lungo tempo capitale della cultura del mondo allora conosciuto e luogo di conservazione dei più importanti manoscritti. Quando la città cadde in rovina (e con essa la biblioteca, distrutta definitivamente nel VII secolo), gli Elementi, l'Almagesto e le opere di Galeno rischiarono seriamente di scomparire. Le vicende che lo hanno impedito costituiscono l'oggetto di questo libro, diviso in sette capitoli (più uno di introduzione e uno di conclusione) come sette furono le città che contribuirono alla difesa e alla diffusione dei testi. L'autrice, nella sua Prefazione, le riassume così:
Da Alessandria [i testi] presero la via del Mediterraneo orientale, giungendo in Siria e a Costantinopoli, dove rimasero fino al IX secolo, allorché gli studiosi di una nuova città, Baghdad, capitale del vasto califfato abbaside, iniziarono a cercarli per tradurli in arabo e utilizzare le idee in essi contenute come fondamento per le proprie ricerche scientifiche. Baghdad fu il primo vero centro di studi dopo la fine dell'età antica, e nel corso del tempo il suo esempio incoraggiò le città di tutto il mondo arabo a costruire biblioteche e investire nel sapere scientifico. Il più importante di questi centri fu Cordova, nella Spagna meridionale, conquistata dalla dinastia degli Omayyadi. [...] Da Cordova, poi, si diffusero in altre città della penisola iberica, e quando i cristiani iniziarono la Reconquista, Toledo emerse come importante centro di traduzione, nonché luogo in cui quegli scritti fecero il loro ingresso nel mondo della cristianità latina. Questa fu solo la via principale presa dai nostri testi. Nel Medioevo, infatti, vi furono anche altri luoghi in cui la cultura dell'antica Grecia, quella araba e quella occidentale entrarono in contatto. A Salerno furono portati dall'Africa settentrionale testi di medicina in arabo (ma derivati da Galeno), che vennero tradotti in latino. La città divenne così per secoli il centro europeo degli studi medici, svolgendo un ruolo fondamentale nella diffusione della medicina. Toccò quindi a Palermo, dove Tolomeo ed Euclide rubarono la scena a Galeno quando gli eruditi tradussero gli Elementi e l'Almagesto direttamente dal greco al latino, scavalcando le versioni arabe nell'intento di ottenere una maggiore precisione. I tre diversi percorsi si riannodarono a Venezia, dove nella seconda metà del XV secolo cominciarono ad affluire manoscritti destinati a essere stampati per la prima volta. [Grassetto mio]
A parte per l'intreccio affascinante di storia, libri e cultura, questo testo mi sembra interessante anche perché sottolinea un concetto che nello scenario di contrapposizione ideologica e religiosa che caratterizza il mondo contemporaneo sembra essere stato dimenticato: il mondo islamico e quello cristiano sono connessi da legami profondi e radicati nella storia, che li hanno cambiati e condizionati a vicenda e che hanno dato vita ad un patrimonio intellettuale universale.
Titolo: La mappa dei libri perduti
Autore: Violet Moller
Editore: Mondadori
Anno di pubblicazione: 2019
Prezzo di copertina: € 22,00
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