sabato 4 maggio 2019

SUL COMODINO: LA FONTE AI CONFINI DEL MONDO


  Il genere fantasy affonda le sue radici molto in profondità nella storia, nelle gesta di eroi mitici come Ulisse, Sigfrido o Artù e in opere come l'Odissea, I Nibelunghi, Don Chisciotte o Le mille e una notte, e ha assunto col trascorrere dei secoli caratteristiche diverse anche in base ai gusti del pubblico di lettori cui era rivolto. Nell'Ottocento romantico europeo, ad esempio, questo genere ben si prestava a rappresentare lo spirito del tempo con racconti ispirati, soprattutto, alle grandi saghe nordiche (perfino Wagner si cimenterà nella composizione di un ciclo lirico intitolato L'anello del Nibelungo), le quali a loro volta ponevano le basi per la riscoperta di miti e leggende legate soprattutto alla tradizione germanica. Miti, leggende ed eroi sono stati fin da subito tre ingredienti fondamentali del genere fantasy, ai quali si sono via via aggiunti altri elementi come creature fantastiche di vario tipo (draghi, nani, troll, goblin) e magie ed incantesimi volti sia al bene che al male. Stiamo parlando, quindi, di un genere letterario con una grandissima tradizione alle spalle, che è sopravvissuto fino ai giorni nostri grazie ai grandi epigoni di queste saghe e di questi classici intramontabili. Sto parlando di autori come C.S. Lewis, Michael Ende, Robert Erwin Howard, E.R. Burroughs, fino ai contemporanei Terry Brooks, Robert Jordan, Marion Zimmer Bradley e George R.R. Martin. Ma sto parlando soprattutto di J.R.R. Tolkien, che con il successo del suo Il signore degli anelli ha sdoganato definitivamente il fantasy dalla cerchia ristretta di appassionati e addetti ai lavori facendolo diventare un genere di massa, al pari di altri generi "popolari" (anch'essi, però, con una solida tradizione alle spalle) come il romanzo storico o la narrativa rosa oppure ancora il giallo. Tolkien viene dai più considerato il padre del fantasy moderno, di tutte quelle saghe cioè che si propongono di creare dal nulla un mondo alternativo con le proprie leggi, le proprie religioni e una propria specifica geografia, in cui si muovono eroi, maghi, principesse e creature magiche legate alla verisimiglianza dal patto col lettore, e che sono spesso scandite da favole, miti e leggende. Ma in realtà non fu Tolkien a innestare nella saga fantasy quegli elementi innovativi che tutti noi le riconosciamo come tratti distintivi, come ad esempio l'ambientazione in un mondo e in un tempo immaginari, diversi da quelli del lettore, il tema del viaggio e la ricerca di qualcosa di nascosto o di perduto. Non fu lui a codificare il genere. L'aveva fatto, prima di lui, un artista inglese appassionato del medioevo e delle età primitive che si dilettava a scrivere poesie ispirate a temi cavallereschi e opuscoli che contribuirono alla causa del socialismo, del quale fu un entusiasta sostenitore. Il suo nome è William Morris, e nel 1896 pubblicò un romanzo intitolato The Well at the World's End, che, questo sì, può essere considerato il capostipite del fantasy moderno. Oggi Fanucci lo pubblica per la prima volta in versione integrale (dopo la prima edizione del 2005), in una bella edizione cartonata che fa gola solo a vederla. 
  Per chi ama il fantasy, per chi ama l'avventura, per chi ama gli intrighi o anche solo per il gusto di riscoprire questo classico (quasi) dimenticato, è una lettura che varrebbe la pena di fare. 
  Riporto qui integralmente la quarta di copertina, che ne riassume la trama.

Assemblando elementi di romanzi mitologici, saghe medievali, celtiche e nordiche, poemi cavallereschi, testi teosofici e mistici, Morris racconta la storia di Peter, re di Upmeads, e dei suoi quattro figli: Blaise, Hugh, Gregory e Ralph. I principi hanno sete di avventure, e il sovrano, dopo mille richieste, concede loro di partire, tranne che a Ralph, il figlio più giovane, costretto a rimanere a casa per assicurare alla corona almeno un erede. Ralph, però, desideroso di scoperte, non rinuncia al suo sogno e fugge di nascosto intraprendendo un lungo viaggio, costellato di innumerevoli peripezie, attraverso terre incantate e perigliose. Sarà in una di queste avventure che il giovane principe verrà a conoscenza di una sorgente leggendaria, la Fonte ai confini del mondo, nota per i suoi poteri: dona la vita eterna a chiunque beva dalle sue miracolose acque, è in grado di guarire ogni ferita, di farti incontrare l'amore e di rendere più forti e più saggi. E, senza indugio alcuno, il principe decide che la troverà e porterà alle sue labbra il calice della saggezza e dell'eterna giovinezza...

Titolo: La fonte ai confini del mondo
Autore: William Morris
Editore: Fanucci
Anno di pubblicazione: 2019
Prezzo di copertina: € 22,00 
             

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