lunedì 1 aprile 2019

RECENSIONE: LA TUA ULTIMA BUGIA



Titolo: La tua ultima bugia
Autore: Rachel Abbott
Editore: Piemme
Anno di pubblicazione: 2019
Prezzo di copertina: € 19,90

 Sinossi
 E' difficile scrivere una sinossi di questo romanzo senza rischiare di svelare qualche particolare determinante. In ogni caso i fatti salienti sono questi: quando Evie arriva nel paesino sulla costa occidentale dell'Inghilterra dove è ambientato il libro, Mark North è un fotografo affermato che possiede una galleria sulla strada principale, gestita dalla sorella Cleo. Nel suo passato c'è una tragedia che lo ha segnato profondamente, la morte della moglie americana Mia, caduta dalle scale nella loro bella villa affacciata sulla scogliera. Appena giunta in paese, Evie è colpita da un grande ritratto di donna esposto nella vetrina della galleria, e decide lì per lì di commissionare a Mark un servizio fotografico su se stessa. Inizialmente restìo, Mark alla fine accetta il lavoro, e i due poco a poco si avvicinano, iniziando una relazione che porterà la donna a trasferirsi a casa del fotografo e alla nascita di Lulu. A Cleo la cosa non va a genio, così come, a suo tempo, non aveva accettato di buon grado il matrimonio del fratello con Mia, reputata non in grado di apprezzare le qualità artistiche del marito e incapace di dargli quell'incoraggiamento necessario al suo carattere insicuro. Tra le due donne si instaurerà quindi un rapporto molto conflittuale, pieno di ambiguità, di bugie che sembrano sincere e di verità che suonano false, anche se entrambe faranno ogni sforzo per mantenere un'apparenza di cordialità. Ma ad un certo punto succede l'inevitabile, un fatto terribile che renderà questa cordialità insostenibile, costringendole ad un confronto spietato che coinvolgerà lo stesso Mark e la piccola Lulu. Il tragico passato dei protagonisti tornerà improvvisamente alla ribalta, e le bugie di Evie e Cleo dovranno per forza di cose, alla fine, essere smascherate.  
Pregi
 Thriller psicologico classico, costruito sull'ambiguità della protagonista Evie, le cui azioni e spiegazioni restano sempre in bilico tra verità e menzogna. 
 Se ci limitiamo a considerare la trama c'è poco da eccepire, la lettura scorre liscia, i colpi di scena non mancano e la soluzione del mistero resta incerta fino alla fine. Il personaggio di Evie intriga e disorienta, ogni volta che credi di averla compresa ti spiazza con una nuova rivelazione (non si sa quanto sincera), finché capisci che non potrai conoscerla completamente prima di aver girato l'ultima pagina. Il discorso vale anche per il suo alter ego (la sua nemesi?) Cleo, che oscilla tra i ruoli di cognata premurosa e osservatrice sospettosa della relazione col fratello (altra figura ambigua), prigioniera di un carattere e di un passato difficili che, anche questi, verranno chiariti solo alla fine.
 Niente è mai sicuro in questo romanzo, nemmeno i ruoli di vittima e carnefice hanno dei confini certi, e gli stessi investigatori (distratti da una tormentata relazione sentimentale che serve a dare un po' di spessore emotivo al racconto freddo delle macchinazioni di Evie e Cleo) faticheranno non poco a trovare il bandolo della matassa. Vengono anche toccati temi scottanti come la violenza sulle donne e l'affido dei minori nei casi di genitori inadeguati, anch'essi calati nel clima generale di ambiguità e di incertezza che pervade il romanzo. Come detto, niente è sicuro, perché le donne maltrattate potrebbero in realtà fingere di esserlo e i bambini che sembrano amati in maniera tanto disinteressata potrebbero invece diventare l'oggetto di sentimenti meschini e di vendette incrociate.
 Evie, Cleo e Mark sono tre personaggi indecifrabili, sfuggenti, che si muovono in un presente fortemente condizionato dal passato, tutti e tre segnati da eventi drammatici dei quali potrebbero essere stati gli artefici oppure le vittime. Questo libro, insomma, è un bel rompicapo, un esercizio della mente che terrà chi deciderà di leggerlo attento e concentrato fino alla fine.

Difetti
L'unico difetto che ho riscontrato (se si può definire un difetto una caratteristica che è tipica di questo genere di thriller) è la scarsa empatia nei confronti dei personaggi, la mancanza di quello che potremmo definire "calore umano", il senso di freddezza e di distacco che ho provato nel cercare di sciogliere la complessa trama di bugie e mezze verità dei protagonisti. Come detto, leggendo questo romanzo veniamo calati in un bel rompicapo, ma è un rompicapo algido, tutto testa e poco cuore, una sciarada ben architettata che, come si dice, lascia il tempo che trova, un bel passatempo che non lascerà segni indelebili nella memoria. Ma va bene così, il genere richiedeva questo e l'autrice ha svolto piuttosto bene il proprio compito. L'importante è non aspettarsi un nuovo Delitto e castigo.

Consigliato a 
Chi ama il thriller psicologico.
Chi si diverte a indovinare il colpevole.

Voto
3/5 
   

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