giovedì 4 aprile 2019

RECENSIONE: DOVE UN'OMBRA SCONSOLATA MI CERCA


Titolo: Dove un'ombra sconsolata mi cerca
Autore: Andrea Molesini
Editore: Sellerio
Anno di pubblicazione: 2019
Prezzo di copertina: € 15,00

"Non dimenticare che un uomo è un uomo solo se riesce a tessere il tempo che gli è dato: una rete per trattenere la chincaglieria degli incontri di cui è fatta la trama dei giorni. Un gufo un albero una casa una ragazza una promessa un coltello, c'è sempre qualcosa che brilla, improvvisa, nel buio rischiarato dalla luna".

Sinossi
Guido ha dieci anni quando l'Italia entra nella seconda guerra mondiale. Ha un papà che si chiama Marc'Aurelio ma che tutti chiamano "il comandante" (per il suo incarico di ufficiale della Regia Marina) e una specie di zio (che in realtà zio non è) che si chiama Tobia ma che tutti chiamano "nostromo". Entrambi lavorano segretamente per la Resistenza, ai comandi della nonna di Tobia che vive in una casupola in mezzo alla laguna e che tutti conoscono come "Sussurro". Guido ha anche una mamma, che si chiama Elsa ma che noi conosceremo sempre e solo come "la mamma", una donna forte che "annusava il mondo prima di guardarlo" e che con le sue malinconie e il suo istinto femminile fa da contraltare al pragmatismo tutto maschile del marito.
"Solo molti anni dopo capii che la mamma aveva ragione quando diceva che le malinconie di una donna arrivano più lontane di quelle di un uomo, perché le donne hanno il mondo negli occhi e sulle labbra, mentre gli uomini il mondo lo tengono sotto i piedi, ci camminano sopra e così non lo vedono mai".
C'è poi Scola, il compagno di classe ripetente che diventerà il suo miglior amico, la somala Maria, fida alleata e staffetta partigiana invisibile, la domestica palermitana Concetta, bigotta ma sempre pronta a dare una mano, e una lunga serie di altri personaggi minori. Tutti insieme costituiscono la grande famiglia di Guido, il suo centro di riferimento, la bussola che gli farà da guida negli eventi che faranno da sfondo alla sua infanzia. Dal 1930, anno della sua nascita, lo seguiremo in tutte le tappe che porteranno l'Italia fascista alla guerra e oltre, vedendo quello che vede lui e provando quello che prova lui, bambino sveglio e intelligente alle prese con una realtà tanto dura e difficile da comprendere.
Forse l'anima è quell'alveare che si forma poco a poco in un bambino quando ascolta il ronzare che è la chiacchiera dei grandi: l'ape regina della sua memoria guida le artigiane che tornano al favo per secernere il miele nelle celle.
 Con continui sbalzi temporali che privilegiano il flusso di memoria più che la cronologia dei fatti, assisteremo all'incalzare della Storia nel piccolo universo della laguna veneziana attraverso la sua sensibilità acuta ma ancora acerba, e parteciperemo al suo forzato ingresso nel mondo degli adulti, al suo impegno come staffetta col nome di Mercurio Primo, al suo primo amore (anch'esso condizionato dal clima di sospetto e di insicurezza che caratterizza la vita dei partigiani in quel particolare momento storico), alle soffiate e ai tradimenti, all'approccio con la morte e alla speranza di un nuovo inizio. Il tutto immerso in un ambiente, quello della laguna, che, con le sue ombre e le sue nebbie, appare come lo sfondo ideale in cui si muovono personaggi ambigui e si verificano eventi che nemmeno i "grandi" riescono a fargli cogliere appieno. 
       
Commento
Del Molesini romanziere (lui è anche autore di libri per ragazzi, poeta, traduttore e critico letterario) ho letto praticamente tutto: da Non tutti i bastardi sono di Vienna (Sellerio 2010, vincitore del Campiello nel 2011) a La solitudine dell'assassino (Rizzoli 2016), passando per La primavera del lupo (Sellerio 2013) e Presagio (Sellerio 2014). A parte La solitudine dell'assassino (non a caso pubblicato con una casa editrice diversa), sono tutti romanzi accomunati dall'ambientazione (Venezia e la sua laguna) e dalle tematiche (la guerra, l'infanzia, il confronto-scontro tra vincitori e vinti), ma soprattutto da una scrittura che trova pochi eguali nella narrativa contemporanea. In essa possiamo percepire l'attenzione del Molesini poeta per l'uso delle parole, per la musicalità delle frasi, per la nitidezza della sintassi che accompagna il lettore quasi cullandolo. Parafrasando le parole usate da Guido per descrivere il linguaggio della mamma, potremmo parlare di "frasi senza spigoli", di una scrittura cioè che scorre fluida come le acque placide della laguna veneziana, e nel suo scorrere trascina con sé le emozioni, le suggestioni, gli incantamenti e le pieghe della storia (e della Storia), e con esse la nostra completa attenzione e la magia rarissima (soprattutto se parliamo di narrativa contemporanea) della fusione del nostro spirito con quello del libro e dei suoi personaggi. Leggere i suoi romanzi è sempre un piacere, una piena riconciliazione con la nostra passione per la bella scrittura, uno sgravarsi dell'anima dai pesi che la opprimono, e poco importa se continuiamo a ritrovare, romanzo dopo romanzo, la stessa Venezia, la stessa laguna, gli stessi protagonisti bambini, le stesse guerre e gli stessi nemici. Da questo punto di vista, infatti, Dove un'ombra sconsolata mi cerca ricorda, mutatis mutandis,  La primavera del lupo per il protagonista bambino e per l'importanza dell'ambientazione (con la laguna che si erge a vero e proprio co-protagonista della storia), la quale a sua volta rimanda a Presagio, mentre le paure e le suggestioni legate alla seconda guerra mondiale ricordano, ovviamente, Non tutti i bastardi e, ancora, La primavera del lupo. Certo, una maggiore varietà di tematiche e di ambientazioni potrebbe rappresentare un ulteriore motivo di interesse, andando a soddisfare quell'altra faccia della passione che spinge noi bibliomaniaci a cercare libri e autori sempre nuovi, e cioè la voglia di leggere storie sempre diverse, sconosciute, inconsuete (tanto più che l'autore ha dimostrato, ne La solitudine dell'assassino, di sapersi sdoganare molto bene in questo senso). Ma intanto godiamoci quest'altra prova eccellente, questo libro scritto divinamente che è allo stesso tempo romanzo di formazione, storico e d'avventura, in cui le vicende legate alla vita di Guido fanno da contraltare e da commento al dipanarsi della Storia, mostrandone gli effetti sul popolino ma soprattutto sull'animo vergine di un ragazzino nato nel 1930, del quale quella Storia ha costituito l'infanzia e la prima giovinezza, condizionandone poi l'intera vita adulta. Guidato dagli adulti e accompagnato dall'amico Scola, Guido attraversa l'intero arco temporale della guerra, mostrando agli occhi di noi lettori smaliziati e onniscenti quello che può voler dire per un bambino della sua età vivere quegli anni difficili e pericolosi, oltretutto dalla parte di chi allora era considerato il nemico da stanare e, spesso, da uccidere. Immersi in un paesaggio ammaliante (ho trovato molto suggestive soprattutto le scene notturne in laguna), con l'ansia continua di venire scoperti o traditi, legati da una complicità che le vicende belliche ha reso indissolubile (anche se non per tutti, come scoprirete leggendo il libro), il Comandante, il Nostromo, Guido, la mamma, Scola, Maria, Sussurro, Francesca, Madame la Petasse e tutti i personaggi di contorno (don Rino e il suo portacenere, zia Rosalba con le sue frittelle di mela, Concetta e le sue Ave Marie, il maestro Gorlato), tutti partecipano ai fatti narrati con la stessa determinazione e la stessa pregnanza, ognuno col proprio carattere, le proprie manie e fobie, i propri, contraddittori, sentimenti. Ci si affeziona, a questi personaggi, e ho trovato azzeccata anche la scelta di farci sapere come continuano le loro vite anche dopo la fine della guerra, anche dopo che il loro ruolo all'interno del romanzo poteva considerarsi concluso. Il protagonista è Guido, e Guido ha vissuto con loro e per loro, è stato in un certo senso forgiato da loro (oltre che dagli eventi cui ha dovuto per forza di cose partecipare), e quindi anche dalla loro fine e dalle parole che in punto di morte gli hanno potuto comunicare, ultimo lascito di una vita che di lì in avanti dovrà portare avanti da solo, uomo ormai maturo che anche grazie a loro ha saputo conquistare la propria identità.

Consigliato a
Chi ama i romanzi ben scritti.
 
Voto
5/5

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