Titolo: Ogni cosa è illuminata
Autore: Jonathan Safran Foer
Editore: Guanda
Anno di pubblicazione: 2002
Il mio nome per la legge è Alexander Perchov. Ma tutti i miei amici mi chiamano Alex, perché è una versione del nome più flaccida da pronunciare. Mia madre mi chiama Alexi-basta-di-ammorbarmi perché sempre la ammorbo.
Comincia così il romanzo che ha fatto conoscere Jonathan Safran Foer al grande pubblico, osannato dalla critica di tutto il mondo, bestseller internazionale. E basterebbero le recensioni dei critici più autorevoli per renderlo degno del mio comodino. Come quella di Citati, ad esempio: "Qualche volta basta un solo libro per cancellare i nostri dubbi sulla letteratura di oggi". O quella di Fernanda Pivano: "E' straordinario pensare che il secolo sia cominciato con il libro straordinario di uno scrittore straordinario come questo". Si tratta della cronaca romanzata di un viaggio in Ucraina che l'autore, giovane ebreo americano, ha veramente compiuto nel 1999 per fare luce sul passato del nonno. In particolare le sue ricerche sono concentrate su Augustine, la donna che compare nella foto che rappresenta l'unico appiglio di Jonathan con quel passato, e che sembra aver salvato nonno Safran dalle deportazioni naziste. Ad accompagnarlo nella ricerca del villaggio di Trachimbrod, distrutto dai nazisti, sono Alex, un giovane interprete ucraino che parla un inglese strampalato, suo nonno e una cagnetta puzzolente.
Dalla quarta di copertina: "Un viaggio immaginoso aggrappato ai fili della memoria, fili impregnati di vita vera, storie d'amore, vicende tragiche o farsesche. Un racconto commovente e profondo, strepitosamente divertente; un modo tutto nuovo di rileggere il passato per illuminare il nostro presente".
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