Camminare è da sempre sinonimo di libertà, di salute, di riflessione, di silenzio, di lentezza. Ma oggi è anche l'atto rivoluzionario di chi non si adegua alla velocità e alla superficialità della società contemporanea. Ho riunito qui un po' di libri che parlano dei vantaggi che derivano dall'andare a piedi, per chi come me ama le lunghe passeggiate all'aria aperta, i cammini che durano settimane o semplicemente preferisce lasciare a casa la macchina per darsi la possibilità di fare quattro passi. E magari per spingere i più sedentari a riscoprire il piacere di un'attività che ci riconcilia con la nostra natura di esseri umani. Perchè camminare non è solo andare da un luogo ad un altro, è anche, soprattutto, un viaggio alla scoperta di noi stessi.
Andare a piedi
Frédéric Gros
Garzanti
Frédéric Gros coniuga le sue due grandi passioni, la filosofia e il camminare, in un libro che alterna le testimonianze e le esperienze di grandi pensatori e letterati del passato come Nietzsche, Rimbaud, Rousseau, Thoreau, Nerval e Kant alle sue personali riflessioni sui piaceri ed i vantaggi dell'andare a piedi. Si parla quindi dell'importanza della lentezza, del silenzio, della libertà, del benessere che deriva dall'avere come unico orizzonte (anche mentale) l'intensità del cielo e lo splendore dei paesaggi.
E' naturale che il cittadino interpreti in termini di privazione ciò che il camminatore scopre come una liberazione: non essere più invischiato nella ragnatela degli scambi, non essere più ridotto a un nodo della rete che ridistribuisce informazioni, immagini, merci; accorgersi che tutto ciò ha soltanto la realtà e l'importanza che gli attribuisco io. Oltre a non vedere il mio mondo crollare per il fatto di non essere connesso, quelle connessioni mi appaiono d'un tratto come dei vincoli pesanti, opprimenti, troppo stretti.
Camminare, una rivoluzione
Adriano Labbucci
Donzelli
Cosa significa e cosa implica camminare oggi, in un tempo senza bussole e senza freni in cui un gruppo di urbanisti consulenti del sindaco di Los Angeles ha potuto affermare: "Il pedone rimane il più grande ostacolo al libero fluire del traffico"? Una riflessione attuale e concreta che propone una nuova scala di valori in una società in cui la velocità e la quantità sono considerati i principali punti di riferimento.
Chi cammina mette al primo posto - altrimenti farebbe altre scelte - la qualità e quei beni immateriali, in particolare la bellezza di cui diremo poi, che per Bob Kennedy rendono "la vita veramente degna di essere vissuta".
Camminare
Henry David Thoreau
Mondadori
Thoreau riunì i pensieri folgoranti che avrebbero fatto parte di questo libello per molti versi anticipatore nel 1962, quindici anni dopo essere "tornato alla civiltà" dopo l'esperienza di eremitaggio nei boschi che portò alla stesura del famigerato Walden. Si tratta di pensieri e spunti di riflessione legati alle lunghe passeggiate cui si dedicò in quegli anni, quando quasi ogni mattina usciva dal villaggio in cui abitava per perdersi nei boschi che lo circondavano, tornando spesso solo sul far della sera. Vi ritroviamo tutti i temi presenti nella sua opera più importante, come la critica alla società industriale, la difesa della natura e della libertà dell'uomo, il camminare come un moto di elevazione spirituale.
Vorrei spendere una parola in favore della Natura, dell'assoluta libertà e dello stato selvaggio, contrapposti a una libertà e a una cultura puramente civili; vorrei considerare l'uomo come abitatore della Natura, come sua parte integrante, e non come membro della società. Desidero fare un'affermazione estrema, e per questo sarò enfatico: la civiltà ha già fin troppi paladini; il pastore, il comitato scolastico, e ciascuno di voi potrà assumersi questo compito.
Passeggiate. Una nuova arte del vivere
Pierre Sansot
Pratiche Editrice
Camminare ci dà la possibilità di conoscere veramente i luoghi che attraversiamo, di viverne le atmosfere, di sentirne i suoni e gli odori, di partecipare della loro essenza. In un saggio che mette in primo piano l'aspetto idilliaco e sognante dell'andare a piedi, il francese Sansot invita il lettore a riscoprire il piacere che si prova nell'immergersi nel paesaggio e in se stessi, nell'assaporare il tragitto e non solo la meta, fino a raggiungere un'inedita arte del vivere, una nuova saggezza.
Non so mai molto bene dove una strada mi porterà nè se mi porterà da qualche parte. In compenso, so con certezza da che cosa mi distoglierà: da un assopimento che non è una forma di saggezza, dalla rassegnazione, dal ripiegamento su di me; e nella solitudine che talvolta accompagna il mio andare non vi è nulla di amaro, perchè mi restituisce a quanto di grave e di dolce vi è in me, e che resta la mia guida.
Storia del camminare
Rebecca Solnit
Ponte alle Grazie
L'ambientalista californiana si concentra in questo libro sulla profonda connessione tra camminare e pensare. E lo fa tracciando i profili di camminatori importanti come Kierkegaard, Rousseau, Wordsworth e Martin Luther King. Camminare, secondo la Solnit, ci pone ad un'equa distanza sia dal mondo che da noi stessi, disponendoci nello stato d'animo ideale per lasciare libera l'immaginazione.
Camminare. Un gesto sovversivo
Erling Kagge
Einaudi
Il grande esploratore norvegese (è stato il primo uomo a raggiungere il Polo Sud in solitaria e il primo a raggiungere i "tre poli", ovvero il Polo Sud, il Polo Nord e la cima dell'Everest) attinge alla sua esperienza di viaggiatore e camminatore solitario per raccontarci i vantaggi che tutti noi possiamo ottenere andando a piedi ogni volta che sia possibile: si gode di una salute migliore, si ha una memoria più efficiente, si restituisce intensità alla vita. Una rivoluzione che tutti possono compiere facilmente. Basta volerlo.
A piedi
Paolo Rumiz
Feltrinelli
Libro pensato per i ragazzi in cui il giornalista friulano ci racconta la sua "passeggiata" da Trieste a Promontore, in Istria. Un viaggio che diventa l'occasione per affrontare temi come l'attraversamento delle frontiere, la guerra nei Balcani, l'orientamento con le stelle e la natura, ma soprattutto l'importanza di ritrovare un esercizio, quello del camminare, che nella società moderna sembra essere stato messo da parte.
Le antiche vie. Un elogio del camminare
Robert Macfarlane
Einaudi
Resoconto dei tanti viaggi compiuti dallo scrittore e alpinista inglese su "cammini" più o meno famosi in Inghilterra, Scozia, Spagna, Palestina, Tibet. Grande osservatore, Macfarlane ci restituisce le atmosfere dei luoghi visitati e la dolce fatica del viaggio, ricostruendo le storie degli uomini che quei sentieri hanno contribuito a segnare.
Con la terra sotto i piedi. Camminare scalzi nella natura per fare bene all'anima
Andrea Bianchi
Mondadori
Un inno al camminare scalzi, per riconquistare il nostro atavico radicamento alla terra e raggiungere l'attenzione mentale e l'equilibrio del corpo. Una riflessione sul viaggio che diventa riflessione filosofica sulla natura umana e sull'anima, sull'amore innato per la vita e sull'ecologia, per spingerci a riconsiderare i nostri istinti ancestrali e a ricongiungerci con lo spirito delle cose.
Andare per silenzi
Franco Michieli
Sperling & Kupfer
Il geografo ed esploratore milanese ripercorre in questo libro alcuni dei suoi viaggi (Islanda, Ande, Norvegia), rimettendo in discussione il concetto di compagnia e invitando ad una nuova, profonda e rivoluzionaria connessione con la natura. Si è più soli in mezzo ad una folla ipertecnologizzata ed iperconnessa che in mezzo alla bellezza isolata ed animata di certi paesaggi.
Una passeggiata nei boschi
Bill Bryson
Guanda
La "passeggiata" del titolo è in realtà un sentiero di 3400 km nel cuore degli Stati Uniti che Bryson ha percorso a piedi a 44 anni assieme ad un amico, senza conoscere le più elementari norme di sopravvivenza nella natura selvaggia. Con la sua solita verve ironica e leggera l'autore ci rende partecipi di un'avventura all'insegna di una divertita incoscienza tra bufere di neve, nugoli di insetti, incontri con gli animali selvatici e con una sorprendente varietà di individui.
Nessun commento:
Posta un commento