mercoledì 27 giugno 2018

RECENSIONE: IO SO CHI SEI




Titolo: Io so chi sei
Autore: Paola Barbato
Editore: Piemme
Prezzo di copertina: € 18,50
Anno di pubblicazione: 2018


Sinossi
Un pomeriggio Lena trova un cellulare nella sua cassetta della posta. Si tratta di "un vecchio modello, un Samsung argentato e pieno di segni". Non sa a chi appartenga, pensa ad uno scherzo, ad un ladro che se n'è liberato, a qualcuno che l'ha buttato lì dopo averlo trovato per strada. Mentre sta valutando il da farsi il telefono emette un trillo, poi due. Due messaggi appena arrivati che aspettano solo di essere letti. Dopo un attimo di esitazione Lena decide di aprirli, dopotutto magari potrebbero darle qualche indicazione sul proprietario cui poterlo restituire. Non immagina che a causa di quella semplice azione la sua vita cambierà per sempre. Il primo messaggio dice SAI CHI SONO?, il secondo IO SO CHI SEI. L'ipotesi dello scherzo regge ancora per poco, fino a quando la ragazza non si ricorda che quel cellulare lei l'ha già visto, e non in mano ad una persona qualunque. Apparteneva al suo ex Saverio, era uno dei tanti "muletti" che lui cambiava regolarmente, quando si rompevano o semplicemente non funzionavano più. Ed era quello che possedeva negli ultimi mesi prima di sparire. Sì, perchè Saverio non c'è più da due anni, dichiarato morto anche se il suo corpo non è mai stato ritrovato, nonostante la meticolosa ricerca della polizia in quell'Arno nel quale tutto lasciava supporre che si fosse gettato. Le ipotesi si alternano incessanti nella testa di Lena, con la speranza che il ragazzo sia ancora vivo e che stia cercando di contattarla, seppur in quel modo contorto, ad avvolgerle tutte. Ma si accorgerà ben presto che non è lui che scrive quei messaggi, che nel frattempo sono diventati tre, poi quattro, poi cinque, e le dimostrano che qualcuno la sta spiando, che è lo stesso qualcuno che le entra in casa quando lei è al lavoro, che conosce tanto bene Argo, il molosso caro a Saverio che ora lei accudisce, e che poco a poco comincia a darle ordini, a spingerla a fare cose. Cose brutte. E quando sul Samsung cominciano ad arrivare i primi video che ritraggono Saverio chiuso in una gabbia, nudo e deperito, Lena capisce che non ha alternative, che se vuole salvare il suo ragazzo, di cui è ancora perdutamente innamorata, deve seguire alla lettera le indicazioni che lo sconosciuto le fa pervenire. Ed è così che le sue amiche, gli amici di Saverio, gli "animalisti talebani" ed i teppisti che frequentavano nell'altra vita cominciano a passare i primi guai, poi a scomparire, poi a morire. Lena obbedisce, poi si pente, poi piange, poi obbedisce di nuovo, compromette gli amici, li dà in pasto a quello sconosciuto, perde i contatti con la realtà quotidiana. Nella sua testa c'è un solo obiettivo: compiacere l'aguzzino affinchè Saverio possa avere una ciotola d'acqua, del cibo, un altro giorno di vita. Ma chi è questo aguzzino? Perchè le sta facendo questo? E perchè sta facendo questo a Saverio? Per cercare di rispondere a queste domande Lena è sola, contro tutto e tutti, contro la razionalità ed il buon senso, contro la logica. Ma poi entra in scena un aiuto inaspettato, un poliziotto che vede in quel caso un'opportunità per redimersi, per dare un senso alla sua vita. Si chiama Francesco Caparzo, ed è soprannominato la Bestia.

Pregi
Ho letto tutti i cinque thriller della Barbato, e credo di poter dire che c'è una caratteristica che li accomuna e che li rende tanto ipnotici. E' la capacità dell'autrice di creare delle trame surreali, oserei dire quasi impossibili (perchè è vero che il male esiste, ma certe cose, come si suol dire, succedono solo nei film. O nei libri), e di farvi agire dei personaggi assolutamente normali, ragionevoli, coerenti, logici. Questi personaggi si muovono con ineccepibile razionalità dentro a situazioni che sono tutto fuorchè razionali. Da ciò deriva lo spaesamento che si prova leggendo i suoi romanzi. E' come se il lettore entrasse in un universo parallelo regolato da leggi aliene e cercasse di adattarvi la sua mentalità e la sua morale terrestri.
Anche qui Lena tenta per gran parte del romanzo di usare la razionalità per spiegarsi la situazione irrazionale in cui si trova, ed è poi la sua amica Betta, l'unica persona alla quale all'inizio racconta quasi tutto, ad esplicitare la difficoltà di un'impresa del genere, quando ancora Lena era convinta che i messaggi fossero di Saverio. 
Facciamo un'ipotesi per assurdo, questa roba vuole farti credere che dietro ci sia Saverio e diciamo di sì, che non è morto, che è solo scappato. Sta via due anni, non si sa dove, non ci interessa. Poi torna, e non si sa perchè, e di nuovo non ci interessa. Si nasconde, e qui già la cosa inizia a stonare, perchè cosa torni se poi ti devi nascondere? Stai via, no? Allora immaginiamo che sia tornato perchè ha qualcosa di importante da fare ma debba comunque stare nascosto. Ha guai con la legge? Facciamo di sì. Quindi? Quindi ti lascia un telefono che evidentemente non è suo, entra in casa tua senza permesso, ti fa impazzire il cane, fa incastrare dalla polizia un tizio che smercia droga... capisci che sono cose che non stanno insieme? Allora diciamo che non ha guai con la legge, è solo uno che si è finto morto, e questo è comunque un guaio con la legge ma fa lo stesso. Facciamo allora che aveva perso la memoria e cazzate simili, okay? Perchè non si fa vedere? Tu dici che secondo te ha ripreso i rapporti con la tizia del rifugio o con quell'altra che sembra un trans, ma perchè non con te? Per punirti? Perchè sei stata una cattiva padrona per il cane? Cioè, Lena, io non ho mai avuto una buona opinione di saverio, ma non arriverei a pensare che sia fuori fino a questo punto.
La razionalità fatica a trovare appigli in certe situazioni, a maggior ragione quella di Lena, ancora provata dalla tragica scomparsa del compagno e adesso combattuta da un mare di emozioni contrastanti. E poi lei è un albero dritto, e Saverio le diceva sempre che "gli alberi dritti finiscono dentro alle aiuole". Ma non è disposta a restare dritta per sempre, per salvare il suo ragazzo è pronta a fare qualsiasi cosa, perchè "tutti hanno un prezzo, c'è sempre qualcosa per cui sei disposto a vendere l'anima". E dunque si impegna, si sforza, si umilia anche, cerca di capire, lei persona normale e neanche troppo forte, la situazione assurda nella quale si trova invischiata. Le sue elucubrazioni e le sue paranoie trascinano il lettore in un gorgo al quale è difficile sfuggire. Si tira il fiato solo con l'entrata in scena di Caparzo, la Bestia, che spariglia le carte e come un volano rimette tutto in movimento. 
Come recita la fascetta promozionale del libro, Paola Barbato si conferma la regina italiana del thriller, e una volta tanto non si può non essere d'accordo. L'originalità della trama, resa avvincente anche dal continuo passaggio di testimone fra i possibili "colpevoli", si combina con una scrittura tersa, immediata, graffiante, mentre i personaggi si imprimono nella memoria, pronti a restarci a lungo. Ognuno ha le sue peculiarità, le sue idee e le sue manie, compresa Lena che è il motore di tutta la storia e mette a nudo una fragilità di carattere e una difficoltà ad adattarsi alle situazioni che probabilmente sarebbero anche le nostre se qualcuno ci mettesse nei suoi panni. Io so chi sei può essere definito un thriller psicologico, genere che va oggi molto di moda, perchè gran parte della storia si sviluppa nella mente della protagonista, ma ovviamente non è solo questo. E' anche un giallo a enigma, una commedia noir, una storia d'amore e un thriller ecologico (o, meglio, animalista), con tanti temi sul piatto e un unico, intrigante filo conduttore. Adesso non resta che leggere il claustrofobico 300 (si può già trovarlo su wattpad), o aspettarlo in libreria, per scoprire cos'è successo a Saverio dopo la sua scomparsa sul ponte alla Carraia, nella seconda puntata di quella che nei progetti dell'autrice dovrà diventare una trilogia. 

Difetti
Nessuno di rilievo.

Consigliato a 
Gli amanti del thriller psicologico
Chi cerca un libro che lo catturi
Chi ha amato Bilico, Mani nude, Il filo rosso e Non ti faccio niente, ovviamente

Voto
5/5
 
 
       

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