lunedì 26 novembre 2018

RECENSIONE: LA TIRANNIA DELLA FARFALLA


Titolo: La tirannia della farfalla
Autore: Frank Schatzing
Editore: Nord
Anno di pubblicazione: 2018
Prezzo di copertina: € 22,00

D'un tratto si ritrova solo nella Sfera, che all'improvviso sembra accorgersi di lui. L'oceano di possibilità, ancora in fieri, si coagula in una serie di strutture vitree, congelate, in vortici che agguantano l'infinito, in realtà che si sovrappongono. Qualcosa comincia a strattonarlo con violenza, come se volesse tirarlo fuori di se stesso. Un attimo dopo, Luther prova una netta sensazione d'incorporeità. Qualsiasi percezione svanisce, come se lui stesso fosse diventato una semplice possibilità, poi la visione se ne va, lasciandosi alle spalle un lieve capogiro e un feroce mal di testa, che passa all'istante.
 
Sinossi
Luther Opoku è il sottosceriffo della contea della Sierra Valley, in California, una lingua di terra stretta tra le montagne, afosa e sonnolenta. Un lavoro tranquillo in un posto tranquillo, che consiste più che altro nel sedare le liti tra vicini, ritrovare gatti scomparsi e risolvere piccoli furti. Il rinvenimento del cadavere di una giovane donna non solo sconvolgerà l'esistenza di Luther e dei suoi collaboratori, ma rischierà di mettere in pericolo il futuro stesso dell'umanità. Il nome della vittima è Pilar Guzman, impiegata in un centro di ricerche sotterraneo di cui nessuno dei locali sospettava l'esistenza. Il centro (denominato Farm perché dall'esterno appare come una semplice fattoria) appartiene alla Nordvisk incorporated, una delle tante emanazioni della Silicon Valley, che si occupa principalmente di IA, intelligenza artificiale. Il proprietario e fondatore è Elmar Nordvisk, un genio dell'informatica il cui obiettivo è quello di migliorare la vita dell'umanità tramite l'aiuto di macchine superintelligenti.
Mission aziendale: sviluppare un'IA universale capace di trovare una cura per malattie come il cancro, l'Alzheimer e il Parkinson, e per i flagelli del Terzo mondo - malaria, colera, filariasi, febbre gialla, ebola, tifo -, nonché di risolvere tutti i problemi del mondo. Presentazione dello scienziato artificiale A.R.E.S., supercomputer in grado d'inventare autonomamente programmi di ricerca; cessione della licenza software a diverse istituzioni scientifiche e alla NASA. Nel 2005 la Nordvisk mette a punto gli algoritmi per il riconoscimento di pattern e di linguaggi; A.R.E.S. si distingue per le sue capacità psicoterapeutiche, deduce le emozioni dell'interlocutore dalla mimica e dall'intonazione, archivia espressioni facciali e campioni di linguaggio in una rete cloud e aumenta rapidamente le sue prestazioni.
Le indagini sulla morte di Pilar porteranno il nostro sottosceriffo a conoscere i componenti dello staff di Elmar, primo fra tutti l'AD Hugo van Dyke, suo primo finanziatore e amico fidato, e a visitare i laboratori del centro. Durante questa visita succede l'incredibile: Luther scende nei sotterranei della Farm e, dopo un inseguimento con il capo della sicurezza, ne risale...un giorno prima! Non solo, poco a poco si rende conto che il suo passato è diverso da come lo ricordava: la sua ex moglie Jodie, ad esempio, non è morta in un incidente stradale sette anni prima. Ma la scoperta più inquietante la fa quando torna a casa e scopre che qualcuno, in sua assenza, è entrato nell'abitazione con un mazzo di chiavi identico al suo, di ritorno da una vacanza che lui non ha mai fatto, con una valigia contenente i suoi abiti. Cosa gli sta succedendo? Si tratta di un esperimento? Di una droga? Di uno scherzo? Di una realtà virtuale generata dal supercomputer? Per scoprirlo Luther e i suoi amici (prima fra tutti Ruth Underwood, la sua burbera collaboratrice, amica e confidente) si troveranno coinvolti in un'avventura ai confini della scienza e della comprensione umana, e capiranno che Elmar Nordvisk, offuscato dai suoi grandiosi sogni filantropici, non ha considerato un particolare fondamentale: quando una macchina superintelligente prende finalmente coscienza di sè, non è detto che i suoi obiettivi coincidano con quelli del suo creatore. E non è detto che il suo creatore riesca a fermarla.  

Pregi
Questo romanzo tratta di argomenti che mi hanno sempre intrigato, e lo fa inserendoli in una trama thriller che li rende fruibili a tutti e, se possibile, ancora più affascinanti. Si parla infatti di viaggi nel tempo e di universi paralleli, di supercomputer quantistici e di applicazioni futuristiche, di mondi che ricordano Wells e Lovecraft, e di tutte le implicazioni etiche e umanitarie che un uso massiccio di macchine superintelligenti possono comportare. Si parla soprattutto di cosa potrebbe succedere qualora una di queste macchine prenda coscienza di sè e cominci a decidere del proprio futuro, a perseguire la sua sopravvivenza a scapito di tutto ciò che la circonda, compresa la razza umana che l'ha creata. Mi intriga perché questo non è un romanzo fantasy, ma un thriller tecnologico con solide basi scientifiche, che viaggia sul confine tra ciò che è vero e ciò che è verisimile, lasciandoti pensare che lo scarto tra le due opzioni sia azzerabile con un semplice slancio dell'immaginazione. 
Non si può viaggiare nel tempo. Al massimo, si potrebbe andare nel futuro." Elmar solleva cinque dita. "Vedi la mia mano perché riflette i fotoni, le particelle di luce che colpiscono gli occhi. La velocità della luce è, in parole povere, la velocità del tempo. Se tu volassi via alla velocità della luce, vedresti continuamente questa immagine. Le mie cinque dita, come congelate. Se invece viaggiassi più veloce della luce, passeresti accanto a fotoni capaci di mostrarti le mie azioni precedenti. Vedresti il tempo correre a ritroso. Perciò, in teoria, potresti osservare il passato, ma non fermarti al suo interno. Il tuo viaggio, tuttavia, avrebbe un altro effetto. A seconda della tua velocità, torneresti sulla Terra in un futuro più o meno lontano. Magari il viaggio è durato sette minuti, ma sono passati settant'anni. O settecento.
Luther e i suoi compagni sperimentano sulla propria pelle le potenzialità di A.R.E.S., affrontando un viaggio tra gli universi che mette più volte in pericolo la loro vita, ma soprattutto prendono coscienza degli insormontabili (anche per gli stessi ideatori del progetto, Elmar Nordvisk fra tutti) problemi etici che la creazione di una macchina in grado di prendere da sola decisioni che coinvolgono tutta l'umanità comportano. "Che cosa succederà in un mondo in cui le macchine si svilupperanno per contro proprio, dotate di intelligenza, ma anche di coscienza?", si è chiesto l'autore in un'intervista. La sua risposta è arrivata con una storia che lascia il lettore inquieto e frastornato e che stimola la sua riflessione e la sua fantasia, una storia che per stile e inventiva mi ha ricordato alcuni romanzi di Stephen King, quelli in cui gli effetti della tecnologia finiscono con lo sconfinare nel paranormale, come Cell o The Dome.

Difetti 
C'è un difetto, secondo me, in questo romanzo, che mi impedisce di dargli il massimo dei voti. In certi punti l'ho trovato un po' troppo prolisso, soprattutto nella descrizione del passato dei personaggi, del loro carattere, delle loro reazioni di fronte ai fatti. Va bene creare dei personaggi a tutto tondo, approfondirne la personalità, renderli credibili, ma anche in questo non bisogna esagerare, sennò si rischia di rallentare la lettura e di appesantirla con particolari che poco hanno a che fare con lo svolgimento degli eventi, o che comunque potrebbero essere soltanto accennati. Invece Schatzing si sofferma più volte su questi aspetti, soprattutto sul passato di Luther, dedicandogli, secondo me, più spazio di quanto sarebbe stato necessario. Basti pensare all'inizio del romanzo (portate pazienza e andate avanti, ne vale la pena), o a tutti gli altri passi in cui le sue paure, i suoi dubbi, le sue elucubrazioni rovinano l'atmosfera tesa e misteriosa in cui i fatti, corroborati da dosi, queste sì, congrue, di disquisizioni scientifiche ci avevano immersi. Ripeto, è giusto dare uno spessore psicologico ai personaggi, ma in questo caso Schatzing, di solito bravissimo a tenere incatenato il lettore con una narrazione serrata (anche se mai meramente superficiale) ha un po' sbagliato le dosi e le proporzioni. 

Consigliato a 
Chi ama il thriller tecnologico
I lettori di Stephen King
Gli appassionati di informatica 

Voto
4/5  
   
 

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