domenica 5 agosto 2018

RECENSIONE: LA COLONNA DI FUOCO




Titolo: La colonna di fuoco
Autore: Ken Follett
Editore: Mondadori
Prezzo di copertina: € 27,00
Anno di pubblicazione: 2017 

"Quando un uomo è certo di conoscere il volere di Dio, ed è deciso ad assecondarlo a qualunque costo, è la persona più pericolosa al mondo"
Sinossi
Terzo capitolo della "saga di Kingsbridge", dopo I pilastri della terra (1990) e Mondo senza fine (2007), il romanzo è ambientato nel XVI secolo, nel pieno delle lotte di religione che vedono contrapposti i cattolici da una parte e i protestanti dall'altra. Nella finzione narrativa questo conflitto è rappresentato da due famiglie di Kingsbridge: i Willard, protestanti e i Fitzgerald, cattolici. Il collegamento col precedente Mondo senza fine sta, oltre che nella cittadina inglese e nella sua cattedrale attorno alla quale si svolgono le vicende di tutti e tre i romanzi, anche nella discendenza che entrambe le famiglie vantano da quella di Merthin il costruttore e di suo fratello Ralph, protagonisti in lotta fra di loro del secondo capitolo della saga. 
La cornice storica copre un arco temporale che va dal 1568, con la cattolicissima Maria Tudor sul trono d'Inghilterra e Maria Stuarda su quello di Scozia, al 1620, con la partenza della Mayflower e dei padri pellegrini da Plymouth verso le Americhe. Al centro di questo periodo si staglia il lungo regno di Elisabetta I, la "regina vergine", che, pur protestante convinta, più di ogni altro tenterà di praticare la tolleranza religiosa e di cui Ned Willard diventerà consigliere e capo delle spie. 
La precisazione storica è importante perché qui più che negli altri due romanzi le vicende dei protagonisti sono legate al contesto in cui si muovono, anzi mi viene quasi da dire che la Storia è il protagonista principale, essendo tutto quello che succede a Ned e agli altri condizionato e, spesso, guidato dagli avvenimenti politici e militari che segnano quel periodo. In pratica, il rapporto classico che contraddistingue i romanzi storici tra realtà e finzione è qui rovesciato, con l'invenzione letteraria che sta al servizio della realtà storica, e non viceversa. 
Detto questo, qual è questa finzione? Si parte, come detto, dal 1568, quando Ned, diciottenne, torna a Kingsbridge dopo un anno di apprendistato presso l'agenzia commerciale di famiglia a Calais, città della Francia allora sotto il dominio inglese. La sua è una famiglia benestante, guidata, dopo la morte prematura del padre, dalla madre Alice, donna intraprendente con un solido e giudizioso senso degli affari. Sul trono d'Inghilterra siede Maria Tudor, la figlia maggiore di Enrico VIII, il sovrano che aveva portato la chiesa anglicana allo scisma da quella di Roma. Maria è una cattolica intransigente, tanto da passare alla storia col soprannome di "sanguinaria" per le persecuzioni perpetrate nei confronti dei cristiani protestanti, che da quando è salita al trono sono considerati eretici e, in quanto tali, passibili di pena capitale. Anche Ned e i suoi sono sospettati di eresia, anche se la loro vicinanza all'ideologia protestante è improntata alla tolleranza e non ha niente di fanatico. Ned è innamorato, ricambiato, della giovane Margery, appartenente ad una famiglia, quella dei Fitzgerald, che invece professa orgogliosamente il proprio orientamento religioso cattolico e lo esibisce come una bandiera. Per queste divergenze religiose, ma anche per le ambizioni di avanzamento sociale del padre Reginald e del fratello Rollo, i due non sono destinati a coronare il loro sogno d'amore, e Margery viene promessa in sposa al rampollo di una nobile casata, naturalmente cattolicissima, che porterà in dote alla famiglia Fitzgerald l'ingresso nell'aristocrazia inglese. Il rapporto tra le due famiglie si guasterà definitivamente quando i Fitzgerald, aiutati dal vescovo bigotto e corrotto di Kingsbridge a disattendere palesemente un contratto stipulato tra Reginald ed Alice, affosseranno definitivamente gli affari dei Willard, già provati dalla riconquista francese di Calais e quindi dalla perdita del loro principale avamposto commerciale. A questo punto Ned, perse contemporaneamente la donna che ama e la stabilità economica, decide di accettare l'invito di William Cecil ad entrare nell'entourage di Elisabetta Tudor (la figlia minore di Enrico VIII e, in quanto tale, legittima erede della sorella Maria, che non aveva figli) per preparare la sua pacifica salita sul trono dopo la morte dell'attuale regina. Lavoro non dei più facili, visto che i cattolici osteggiano la successione di una regina protestante e caldeggiano invece l'incoronazione di Maria Stuart, regina di Scozia da quando aveva sei giorni, pronipote quindicenne di Enrico VIII e promessa sposa del futuro re di Francia, ma soprattutto nata e cresciuta nella più stretta osservanza della religione cattolica. Per contrastare l'ascesa al trono di Elisabetta, inoltre, i cattolici mettono in dubbio addirittura i suoi natali, sostenendo che è sì figlia di Enrico VIII, ma illegittima. Comincia così la carriera diplomatica di Ned, che lo vedrà partecipare, spesso in ruoli determinanti, ai più importanti eventi storici di quello scorcio di secolo. A partire proprio dalla scelta di Elisabetta come nuova regina d'Inghilterra, quando sarà proprio lui, ormai diventato suo stretto collaboratore e confidente, a informarla della decisione appena ratificata dal Parlamento, in questa scena che ho trovato particolarmente emozionante.
Elisabetta era nel suo salotto con Cecil, Tom Parry e Nell Baynsford. Quando Ned entrò, indossando ancora il pesante mantello per cavalcare, lo fissarono tutti in un silenzio teso. Lui si avvicinò a Elisabetta. Cercò di conservare un'aria solenne, ma non riuscì a trattenersi dal sorridere. Lei decifrò la sua espressione e Ned vide le sue labbra incresparsi leggermente in un sorriso di risposta. "Siete la regina d'Inghilterra" le disse. Si tolse il cappello, piegò un ginocchio e fece un profondo inchino. "Vostra maestà" aggiunse.
Elisabetta dichiara il protestantesimo religione di stato, ma non eserciterà contro i cattolici la mano pesante con cui Maria Tudor aveva mandato sul rogo tanti protestanti, perché il suo vuole essere il regno della tolleranza, in cui ogni inglese può professare la religione che preferisce, se non è di disturbo agli altri. Ma sarà molto difficile per lei tener fede a questo intendimento, perchè i cattolici continuano a considerare il protestantesimo un'eresia, e forti anche della bolla papale con cui Pio V nel 1570 scomunica Elisabetta e libera i suoi sudditi dall'obbligo di obbedirle, continuano a tramare nell'ombra, e la regina dovrà per forza di cose ricorrere alla violenza per stroncare sul nascere i diversi complotti volti a ucciderla o, comunque, a destituirla. In tutto questo Ned Willard rapprenterà la longa manus della regina, il capo del suo servizio di spie, e vivrà in prima persona tutti quegli eventi che faranno dell'Inghilterra il centro dell'Europa tra la fine del XVI e l'inizio del XVII secolo: la prigionia di Maria Stuarda, i suoi ingegnosi tentativi di fuga e la sua decapitazione finale; la sanguinosa notte di San Bartolomeo a Parigi dell'agosto del 1572, quando migliaia di ugonotti (i protestanti francesi) vennero trucidati dai cattolici; la guerra contro la Spagna che culminerà nella famosissima sconfitta dell' Invincibile armada di Medina Sidonia nel 1588; la morte di Elisabetta nel 1603, fino all'ultimo, estremo tentativo dei cattolici di riprendersi il potere ai danni del subentrato Giacomo I d'Inghilterra con l'altrettanto famosa congiura delle polveri del 1580, quando Guy Fawkes cercò di far saltare in aria il Parlamento inglese con tutti i più importanti uomini politici del regno, re e Ned Willard compresi. Mentre sullo sfondo (come dicevo prima, al contrario di quanto succede nel romanzo storico classico qui sullo sfondo c'è la finzione letteraria, mentre in primo piano c'è la Storia) i nostri protagonisti si schierano dall'una o dall'altra parte, vivono le loro storie d'amore e, animati da ideali opposti e da opposti interessi, si battono per i propri campioni.

Pregi
Ken Follett si riconferma uno dei più bravi narratori contemporanei scrivendo un romanzo che, usando un'espressione un po' inflazionata, ma mai come in questo caso appropriata, ci fa entrare nel vivo della Storia. Praticamente tutto quello che ci viene raccontato è basato su fatti realmente accaduti (comprese le complicatissime vicende amorose che hanno portato la regina Maria Stuarda ad essere deposta dai suoi stessi sudditi e ad essere imprigionata a Loch Leven), che possiamo rivivere attraverso le voci e gli sguardi di chi quei fatti li ha vissuti in prima persona. I personaggi più importanti sono infatti proprio quelli storici: le tre regine, i notabili al loro servizio, i sovrani stranieri, i cospiratori, gli ambasciatori, tutti realmente esistiti e tutti tratteggiati nella finzione letteraria secondo il loro vero carattere e le loro reali inclinazioni. Il nostro complice e messaggero all'interno della Storia, colui che partecipa per noi a quegli avvenimenti e ce li racconta, è Ned Willard, che a seconda dei casi si presenta come una spia, un cospiratore, un agente di polizia, un confidente, un suddito ossequioso, un amico e un amante. Sono molteplici, infatti, i registri di questo libro, che pur restando un romanzo storico a tutti gli effetti assume all'occorenza le tinte di un avvincente romanzo d'avventura, di un'emozionante storia d'amore, di un classico romanzo di cappa e spada e di una intrigante spy story. Mi ha affascinato soprattutto (ed è anche l'aspetto più sviluppato) lo spionaggio, in particolare le trame messe in atto dai cattolici per liberare Maria Stuarda e metterla a capo della loro ribellione contro Elisabetta, e le controtrame architettate da Ned e dalle sue spie per smantellarle, con tanto di lettere cifrate, pedinamenti, agenti segreti che si controllano a vicenda, messaggi segreti, doppiogiochisti. Ma anche le battaglie e le avventure per mare catturano l'attenzione e l'immaginazione, per non parlare dei continui intrighi di corte, delle diverse attività commerciali che impegnano i nostri personaggi in Inghilterra, in Spagna, in Francia, nei Paesi Bassi e nelle Americhe, degli intrecci amorosi pieni di tradimenti e rivalità, ma anche di affetto e dedizione, dello spessore morale di alcuni e del bieco egoismo di altri, dell'intensità generale delle emozioni e dei sentimenti più o meno condivisibili che animano il tutto. Insomma, chi entrerà in questa storia ne uscirà bello carico, di nozioni e di sensazioni, voglioso di saperne di più e soddisfatto del lungo viaggio intrapreso e portato a termine. Cosa si può pretendere di più da un romanzo?

Difetti
Nessuno di rilievo

Consigliato a 
Gli amanti del romanzo storico, quello ben fatto.

Voto
5/5
 
          
    

                  
   
  

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