giovedì 2 aprile 2020

RECENSIONE: IL BACO DA SETA


Titolo: Il baco da seta
Autore: Robert Galbraith
Editore: Tea
Anno di pubblicazione: 2019 (Prima edizione: Salani 2014)
Prezzo di copertina: € 5,00

"Questo delitto [...], a pensarci bene, è opera di un genio, ma è troppo complicato, e sarà questo a incastrare l'assassino. Non si può tessere la trama di un omicidio come se fosse un romanzo. Nella vita reale non si possono tirare tutte le fila".

Sinossi
  Cormoran Strike viene assunto dalla moglie di uno scrittore, Owen Quine, scomparso da una decina di giorni. Non è la prima volta che l'eccentrico personaggio fa perdere le proprie tracce, ma non era mai successo per così tanto tempo. Lei è convinta che si sia ritirato in un rifugio per scrittori, ma Strike, spinto dall'istinto e da una spontanea simpatia per la burbera signora ad accettare il caso, scopre ben presto che la soluzione del caso non è così semplice. Quine, infatti, ha portato con sè il manoscritto del suo ultimo libro, un romanzo osceno e perverso nel quale ha inserito i ritratti diffamatori di tante persone che conosce, ognuna delle quali avrebbe un motivo per ucciderlo. Il detective dovrà destreggiarsi tra le bugie, le invidie, i tradimenti e le ossessioni che pervadono il bel mondo dell'editoria londinese, alle prese con personaggi ambigui e (forse) capaci di tutto pur di ottenere un po' di pubblicità, aiutato dalla fida assistente Robin e perseguitato dal fantasma di Charlotte, la sua ex, che torna a farsi vivo. Chi, tra i tanti, conosce la verità?  
 
Commento 
  Nel secondo capitolo della saga dedicata alle indagini dell'investigatore privato Cormoran Strike, Robert Galbraith, alias J.K. Rowling,  conferma quanto di buono avevamo potuto apprezzare ne Il richiamo del cuculo, romanzo nel quale facevamo conoscenza per la prima volta di questo ex militare che decide di aprire la sua agenzia investigativa dopo essere stato congedato dall'esercito in seguito all'amputazione di una gamba provocata da una mina anti uomo in Afghanistan. 
  Si tratta, come il precedente, di un giallo di impianto classico (vittima, sospettati, ricerca delle prove, indagini, depistaggi, smascheramento dell'assassino), arricchito dalla presenza di un personaggio che cattura l'attenzione e da una serie di vicende periferiche che contribuiscono a dare spessore al racconto e a creare empatia. 
  La figura trasandata e zoppicante di Strike si impone come centro emotivo della lettura, protagonista che può decidere le sorti del caso (e quindi fondamentale per la trama), ma anche uomo a tutto tondo, condizionato dal suo passato più e meno recente (l'infanzia difficile con la madre prima e gli zii dopo, il rapporto impossibile col padre, la gamba persa in guerra, la storia d'amore appena naufragata con Charlotte) che lo ha portato ad una sorta di rabbioso disinganno nei confronti della vita. Il cliché letterario del detective sporco e dannato viene evitato sapientemente dall'autrice non solo con l'inserimento del personaggio di Robin, assistente quasi per caso che conferisce quel tono di commedia che rende a noi la lettura più leggera e a Strike la vita meno dura (Robin diventerà, spesso anche fuor di metafora, la gamba mancante dell'investigatore), ma soprattutto con un approfondimento psicologico del protagonista che ne mette in mostra diverse sfaccettature, in particolare una sensibilità nei confronti dell'animo umano che non si limita alla psicologia spiccia da poliziotto. 
  Strike è il perno attorno al quale si sviluppa l'intreccio, il narratore interno che ci mostra i fatti mano a mano che vengono alla luce e ci accompagna nello svelamento del mistero. Siamo quindi al suo fianco nello sviluppo delle indagini: con lui sospettiamo, supponiamo, intuiamo e tentiamo, ci facciamo tentare da una pista e abbagliare da una testimonianza, additiamo il colpevole a metà libro per poi ricrederci clamorosamente, incitiamo e inciampiamo, in un coinvolgimento appassionante che è uno degli aspetti che ho apprezzato di più in questi due primi romanzi della saga. La Rowling giallista è senza dubbio diversa dalla creatrice di Harry Potter, ma mantiene quella capacità di legare il lettore alle storie raccontate che credo sia uno dei segreti fondamentali del suo grande successo.
  Di occasioni per essere sviati, in questo romanzo, ce ne sono tante, perché la trama è ricca di vicoli ciechi, di situazioni ambigue e di personaggi elusivi, e l'autrice è bravissima a sistemare in modo apparentemente casuale le tessere del puzzle per fare in modo che il disegno completo appaia solo alla fine, quasi in contemporanea con quello che si forma nella mente del detective. Gli indizi ci sono, sparsi qua e là, e il gioco sta nel cercare di collegarli prima che lo faccia Strike, prima che la soluzione ci venga offerta su un piatto d'argento.
  Un altro aspetto che vorrei evidenziare è l'ambientazione. L'atmosfera fredda e piovosa della Londra tardo autunnale contribuisce infatti non poco ad accentuare il carattere fondamentalmente malinconico del protagonista, offrendo inoltre all'autrice lo spunto per creare quei caldi momenti di intimità in cui Strike si ritira nella sua mansarda a guardare la pioggia che batte sui vetri, riflettendo sul passato, mangiandosi un panino guardando la partita, maledicendo il moncherino dolorante o semplicemente rimuginando sul caso in corso. Piccoli stacchi dalla fredda e frenetica caccia all'assassino che permettono anche a noi lettori di tirare il fiato e le fila dell'indagine.    
  Il baco da seta è anche un bel romanzo sui romanzi, sulle potenzialità (anche malefiche) della letteratura, sul mondo affascinante e pieno di intrighi dell'editoria, sulla passione e sulle manie degli scrittori, sul potere di una storia inventata. E' un libro che, a dispetto dell'apparente linearità, credo possa presentare più di un livello di lettura, ed essere gradito ad un pubblico che va al di là dei semplici lettori del giallo. 
  Consiglio di leggere i libri della saga in ordine di pubblicazione, perché, a parte i casi polizieschi che non sono collegati, i personaggi e le loro vite private si evolvono, anche se l'autrice si premura di dare nel corso della narrazione (senza con questo appesantirla) tutti gli eventuali chiarimenti del caso.        

Consigliato a
Gli amanti del giallo classico, ma non solo.

Voto
5/5  

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