lunedì 13 aprile 2020

RECENSIONE: L'EROE DI POITIERS


Titolo: L'eroe di Poitiers
Autore: Bernard Cornwell
Editore: Tea
Anno di pubblicazione: 2014 (Prima edizione: Longanesi 2013)
Prezzo di copertina: € 9,00

"Nella vita normale c'è la guerra, che non finisce mai, e la cosa migliore che si può fare è tentare di non trovarsi dalla parte sbagliata. Ma, in nome di Dio, chi sa qual è la parte giusta? Dipende da dove si nasce. Io sono nato in Inghilterra, però, se fossi nato in Francia, combatterei per re Giovanni, convinto che Dio sia dalla mia parte. Nel frattempo cerco di non commettere cattive azioni. Può non valere molto, come regola, ma funziona e, se mi capita di fare del male a qualcuno, prego e offro un obolo a un prete, fingendo di aver così ripulito la mia coscienza".

Sinossi
  Francia meridionale, 1356. Thomas di Hookton, l'arciere inglese protagonista dei tre romanzi della serie Alla ricerca del Santo Graal (L'arciere del re, Il cavaliere nero e La spada e il calice), è noto in tutto il Paese come "Le Batard", il bastardo, condottiero di una compagnia di mercenari al servizio del conte di Northampton. Siamo all'inizio della guerra dei cent'anni, e il suolo francese è percorso da bande di inglesi intenzionate a prendere il controllo di porzioni sempre più ampie di territorio. La più agguerrita è quella di Edoardo di Woodstock, principe di Galles, figlio maggiore del re d'Inghilterra Edoardo III, che si sta spostando verso nord con l'intenzione di far valere il suo diritto di pretendente al trono di Francia. Contro di lui si muove re Giovanni, "le Bon", che i suoi alleati scozzesi vorrebbero più intraprendente. Il sovrano francese, infatti, non sembra intenzionato ad affrontare a viso aperto gli inglesi, intimorito dai temibili arcieri nemici che già a Crecy, dieci anni prima, avevano dimostrato di poter decidere da soli l'esito di una battaglia. Lo scontro diventa però inevitabile quando gli uomini di Edoardo si trovano intrappolati nei pressi della cittadina di Poitiers, in inferiorità numerica e fiaccati dalla fame e dalla sete. Giovanni e i suoi diecimila soldati non possono perdere l'occasione, e danno inizio ad una battaglia che segnerà la storia di questa prima parte del lungo conflitto fra le due potenze. 
  A sostegno del principe di Galles c'è anche Thomas, che nel frattempo ha ritrovato molti personaggi che avevamo conosciuto nei precedenti romanzi della serie, in particolare l'arrogante vescovo Bessières, al quale anni prima aveva ucciso il fratello. Questi è alla ricerca della Malice, la spada con la quale San Pietro aveva reciso l'orecchio del sommo sacerdote per difendere Gesù durante la cattura. Si tratta di un'arma "dotata di una tale potenza da far salire direttamente in paradiso l'anima dell'uomo che l'avesse impugnata", e l'uomo di chiesa vuole servirsene per concretizzare la sua aspirazione a salire al soglio pontificio. Anche Thomas, su richiesta del conte di Northampton, è alla ricerca della reliquia, e per questo dovrà affrontare il vescovo e i suoi accoliti, disposti a tutto pur di impossessarsene. 
  Tutto verrà risolto a Poitiers, nell'epicità di uno scontro che metterà in evidenza il coraggio e l'intelligenza tattica dei due schieramenti, mentre Thomas avrà l'occasione di saldare i conti col passato e di portare a termine la sua missione.  

Commento
  Leggendo un romanzo di Cornwell non ci si annoia mai. Azione e avventura non mancano; battaglie, duelli, assedi, intrighi e scontri all'ultimo sangue si susseguono incessanti all'interno di una cornice storica sempre molto precisa e fedele, come dimostra la corposa nota storica in appendice. Appassionato cultore di storia inglese (e, bisogna dire, soprattutto di quella che vede l'Inghilterra vittoriosa), l'autore si dimostra molto documentato, sia per quanto riguarda i fatti, sia dal punto di vista della descrizione dei personaggi, delle loro abitudini, dei loro abiti, della loro mentalità e del loro approccio alla vita e alla guerra. Tutto concorre a creare una narrazione scorrevole e intensa, che non si limita a intrattenere ma che aiuta il lettore a comprendere un periodo storico in tutte le sue sfaccettature, come se gli venisse descritto da un testimone oculare. Cornwell è giustamente definito un maestro del romanzo storico avventuroso, ed è giusto sottolineare come nei suoi romanzi (parlo al plurale perché ne ho letti parecchi e in tutti ho riscontrato le stesse qualità) l'aspetto storico sia altrettanto importante di quello avventuroso, lo scenario che permette all'avventura di correre senza freni sui binari della Storia. 
  L'eroe di Poitiers è l'accurata ricostruzione romanzata di una delle battaglie più importanti della guerra dei cent'anni, ma è anche la conclusione della serie dedicata alle avventure del personaggio letterario di Thomas di Hookton, alle cui vicende è dedicata la prima parte del romanzo. Pur tornando protagonisti  molti dei personaggi dei precedenti tre episodi, il libro si può benissimo leggere come opera indipendente, anche perché l'autore si premura sempre, nel caso, di ricordare dettagliatamente tutto ciò che di importante è successo in precedenza, aiutando il lettore che per la prima volta si avvicina alla serie a non perdersi nessun particolare fondamentale. Nel disegno più ampio dello scontro tra Francia e Inghilterra, quindi, seguiamo anche le peripezie di Thomas e dei suoi hellequins, i figli del demonio, ma soprattutto partecipiamo alla ricerca della mitica Malice, la reliquia che in questo quarto capitolo prende il posto del Santo Graal, la cui storia si è conclusa con La spada e il calice. 
  Thomas e i suoi arcieri rappresentano la disciplina e il coraggio che ogni bravo soldato inglese dovrebbe possedere, contrapponendosi in questo ai più rozzi e indisciplinati combattenti scozzesi e agli organizzati ma poco determinati francesi. Protagonista assoluto dello scontro è l'arco lungo inglese, che ancora una volta (come era successo, ad esempio, ne L'arciere di Azincourt, in cui si parla dell'altra grande vittoria inglese del 1415) offre a Cornwell l'occasione per esaltare non solo le qualità di quest'arma tanto semplice quanto letale, ma anche l'abilità degli inglesi nel saperla sfruttare al meglio in ogni circostanza. 
  Bernard Cornwell è bravissimo nel descrivere le battaglie. Le sue descrizioni degli scontri fisici sono vivide e cruente, non lesinano sul sangue e sulla violenza, ti fanno entrare nella mischia a parare colpi, schivare affondi, tirare fendenti. E' bravissimo anche nella gestione del ritmo, nell'adeguare la velocità della lettura all'azione descritta, contribuendo in questo modo ad accentuare quell'empatia del lettore con la storia raccontata e con i suoi protagonisti che è il vero marchio di fabbrica del grande narratore.
  E' autore di un gran numero di romanzi, per la maggior parte ordinati in saghe. Oltre a quelle di Thomas di Hookton e di Richard Sharpe (quest'ultima è quella che lo ha fatto conoscere in Italia), segnalo in particolare Le storie dei re sassoni, un ciclo di dodici romanzi (in Italia ad oggi ne sono stati pubblicati dieci) ambientati nell'Inghilterra nel IX secolo, al tempo dell'invasione dei danesi e dell'ascesa di Alfredo il Grande, che riconquisterà i regni anglosassoni favorendo la nascita del Regno d'Inghilterra. Ne è stata tratta anche una serie televisiva, The Last Kingdom, ma al di là di questo si tratta davvero di una lettura imperdibile per gli amanti del romanzo storico avventuroso, un grandioso affresco che illumina un periodo lontano e affascinante attraverso il racconto della vita di Uhtred di Bebbanburg, un nobile del Regno di Northumbria che parteciperà in prima persona a tutti i fatti storici determinanti, dal primo sbarco vichingo alla conquista del potere da parte di Alfredo. Se volete conoscere Cornwell partite da lì. E' probabile che tutto il resto, poi, verrà da sè.  

Consigliato a
Gli amanti del romanzo storico avventuroso

Voto
5/5                                 

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