lunedì 4 febbraio 2019

RECENSIONE: CUCINARE UN ORSO



Titolo: Cucinare un orso
Autore: Mikael Niemi
Editore: Iperborea
Anno di pubblicazione: 2018
Prezzo di copertina: € 19,50

"Le parole del pastore erano come spiedi appuntiti. Per lui non erano solo parole, erano strumenti, attrezzi, chiodi per costruire i gradini che conducevano alle porte del paradiso, ma anche mannaie che facevano sudare freddo i peccatori. Avevo visto con i miei occhi gli ubriaconi gettarsi fuori dai banchi della chiesa in preda all'angoscia e correre a vomitare nella neve. L'impeto della sua oratoria era tale da riuscire a spaccare in due la pietra più dura, e far scoppiare in lacrime le anime più burbere e inselvatichite".

Sinossi
Il romanzo è ispirato a una persona realmente esistita, il pastore luterano Lars Levi Laestadius, che a cavallo della metà del XIX secolo ha dato vita nel profondo nord della Svezia al movimento religioso del Laestadianesimo. Quello che nella finzione letteraria di Niemi viene sempre nominato come "il pastore" è alle prese con una serie di omicidi che sconvolgono la sua piccola comunità nell'anno 1852. Aiutato dal fedele discepolo Jussi (un trovatello accolto in famiglia all'età presunta di dieci anni, al quale il pastore ha insegnato a leggere e a scrivere, a riconoscere le piante e gli animali e a parlare seguendo i dettami dell'oratoria) e dalla sua profonda conoscenza della flora locale (il "vero" Laestadius ha dato il nome ad alcune specie botaniche da lui stesso scoperte) e dell'animo umano, il pastore userà il suo metodo deduttivo per scovare prove, esaminare le scene dei crimini, sconfessare le autorità locali (secondo le quali la prima morte sarebbe stata causata da un orso) e alla fine smascherare i colpevoli. Il tutto mentre continua a perseguire la propria missione: "risvegliare" il popolo alla vera religione, liberarlo dalla schiavitù dell'alcool, della superbia e dei piaceri della carne e metterlo, nudo, al cospetto della giustizia e della bontà divine, perché "solo quando avremo annientato i demoni che abbiamo dentro la società potrà affrontare un cambiamento duraturo".
    
Pregi
Giallo letterario ben congegnato e ben scritto, col valore aggiunto di un'ambientazione molto suggestiva e di un protagonista che affascina e intriga. Il rapporto tra Laestadius e Jussi ricorda molto quello tra Guglielmo e Adso nel Nome della rosa, con la saggezza e l'erudizione del primo che plasmano l'ingenuità e l'ignoranza del secondo, il tutto condito con la giusta dose di affetto e di severità. Altra affinità con il romanzo di Eco sta nella struttura del racconto, con le questioni religiose legate al movimento del Risveglio a fare da sfondo alla trama del giallo. Si vengono così a creare due livelli di lettura, anche se qui, a differenza di quanto succedeva nel Nome della rosa, in cui le tragiche circostanze delle morti dei monaci costituivano un tutt'uno con l'atmosfera intrisa di sospetti di eresia che pervadeva l'abbazia e con le lunghe disquisizioni filosofico-religiose che in qualche modo le spiegavano e le contestualizzavano, qui, dicevo, il rapporto tra i due livelli è molto più sfumato, meno diretto, i delitti poco o nulla avendo a che fare con l'impegno del pastore a "risvegliare" la sua comunità. Detto questo, si tratta di una lettura assolutamente piacevole, che tra l'altro regala passi molto belli sui libri e sulla lettura, in cui si impara qualcosa della cultura Sami e della penetrazione del protestantesimo nell'estremo nord dell'Europa, mentre ci si appassiona al giallo e al metodo deduttivo alla Sherlock Holmes (e quindi anche alla Guglielmo da Baskerville) adottato dal pastore per venirne a capo. I colpi di scena non mancano, i personaggi intriganti (buoni e cattivi) nemmeno, cosi' come gli spunti per riflettere e le pillole di erudizione (in questo caso soprattutto nel campo dell'erboristeria), e alla fine ci si sente belli sazi e soddisfatti di aver scelto il libro giusto.
       
Difetti
Ad un certo punto il racconto perde un po' di fluidità, la storia sembra avvitarsi su se stessa e la lettura perde l'abbrivio iniziale. Se il libro avesse avuto un centinaio di pagine in meno avrei potuto dargli il massimo dei voti.
Consigliato a 
Chi cerca il giallo di qualità
Voto
4/5 

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