lunedì 30 aprile 2018

RECENSIONE: VENTI DI GUERRA

Titolo: Venti di guerra
Autore: John Gwynne
Editore: Fanucci
Prezzo di copertina: € 25,00
Anno di pubblicazione: 2018


Sinossi
Sono passati cenotrent'anni dalla fine della guerra di Drassil, in cui uomini, giganti e Ben-Elim hanno sconfitto i demoni Kadoshim riportando la pace nelle Terre dell' Esilio. Adesso Drassil è la capitale della Terra dei Fedeli, ed è lì che i Ben-Elim, gli uomini alati che avevano seguito i Kadoshim dall'Oltremondo per impedirgli di assoggettare gli abitanti delle Terre imponendo il loro regno del male, hanno insediato la loro fortezza ed istituito il loro Protettorato, dando inizio all'Era della Tradizione. Insieme a uomini e giganti stanno addestrando un esercito che dovrebbe difendere le Terre nel caso in cui i demoni, sconfitti ma non eliminati definitivamente, decidessero di tornare al contrattacco. Ed in effetti, nell'anno 132 dell'Era della Tradizione, ci sono molti indizi che portano a pensare che i Kadoshim si stiano riorganizzando, potendo contare questa volta anche sull'aiuto di adepti umani votatisi al male e di esseri inquietanti nati da incroci genetici tra umani, giganti, demoni e le creature mostruose che abitano le oscure profondità della foresta di Forn. I Ben-Elim, gli eterni, i giganti, che possono vivere diverse centinaia di anni, e le Ali Bianche, uomini e donne duramente addestrati nella fortezza di Drassil, si preparano quindi alla guerra imminente dalla quale dipenderanno le sorti di tutte le Terre dell'Esilio. Ma i Ben-Elim nutrono davvero soltanto il desiderio disinteressato di difendere gli abitanti delle Terre? Uomini e giganti possono permettersi di affidare a loro i propri regni e le proprie vite? I giganti dell'Ordine dell'Astro Splendente di Dun Seren e i sovrani dei regni confinanti faticano ad accettare il tributo di carne richiesto dagli uomini alati per rinforzare il proprio esercito, mentre all'interno della stessa Drassil sta covando una lotta intestina che metterà a dura prova l'esistenza stessa del Protettorato.

Pregi
John Gwynne torna nelle Terre dell'esilio (dopo la tetralogia La fede e l'inganno, pubblicata sempre da Fanucci tra il 2014 e il 2017) con un romanzo che possiede una qualità fondamentale per il genere fantasy: riesce a creare un mondo, e a farci entrare il lettore. Il mondo, appunto, è quello già conosciuto delle Terre dell'Esilio, diviso nei cinque regni di Ardain, Terra dei Fedeli, Arcona, Tarbesh e Desolazione, ognuno con le proprie caratteristiche geologiche e climatiche (si va dalla fredda e montagnosa Desolazione a nord alla calda e pianeggiante Tarbesh a sud, passando per il mare d'erba di Arcona e l'immensa distesa della foresta di Forn, abitata da creature inquietanti e rifugio inviolabile di demoni e reietti), ognuno dipinto in modo preciso con pennellate rapide e suggestive che insieme al paesaggio suggeriscono anche odori e atmosfere: il freddo della neve e dell'alba, il vento carico dei fumi degli incendi, il clangore delle armi nei combattimenti, l'afrore pestilenziale dei covi dei Kadoshim e dei loro accoliti, la pioggia che impregna i vestiti e che increspa le acque del lago Pietrastella, mentre i personaggi agiscono in ambienti mutevoli, sempre in bilico tra rilassamento e tensione, silenzio e rumore, pace e guerra, muovendosi tra fortezze maestose che monopolizzano l'orizzonte e panorami montani tanto idilliaci quanto disseminati di insidie, su soleggiate strade battute o stretti sentieri scavati nella neve, in un cambio di scena continuo che affascina e cattura.
I personaggi, quindi. Sono loro che completano la magia della scrittura permettendo all'immaginazione del lettore di immedesimarsi nella storia. Ognuno ha il suo carattere, le sue sfumature, le sue complessità, ognuno agisce in base alle sue caratteristiche, facendo quello che ci si potrebbe aspettare da un tipo come lui. Coerenza, quindi, ed estrema attenzione ai dettagli. C'è Sig, la gigantessa, settecento anni di vita ma ancora letale, accolita fedelissima dell' Ordine dell'Astro Splendente, affidabilissima guida della sua banda di guerra a caccia di Kadoshim, feroce nei combattimenti quanto premurosa, ma nello stesso tempo ferrea, nei confronti dei suoi compagni, tormentata dal ricordo del suo amato Gunil, scomparso ormai da tanto tempo ma mai dimenticato, sempre in sella alla sua maestosa orsa bianca Hammer, con cui ha ormai creato un rapporto di simbiosi. C'è Riv, ragazzina coraggiosa quanto impetuosa, che sta completando il suo addestramento a Drassil e non vede l'ora di potersi appuntare al mantello la spilla delle Ali Bianche, come sua sorella Aphra che già comanda il suo cento di guerrieri, e sua madre, già veterana di molte battaglie. C'è Bleda, il ragazzino Sirak strappato al suo popolo dai Ben-Elim per diventare anche lui un guerriero, esperto come tutta la sua gente nell'uso dell'arco, che si dibatte tra quello che dovrebbe essere il suo dovere di soldato e la nostalgia per la sua Arcona e la sua famiglia, e che nutre una simpatia non confessata (peraltro ricambiata) per Riv. C'è Drem, che abita in un villaggio nella Desolazione, ai piedi della Catena di Ossa sulla costa del lago Pietrastella, che ha passato gli ultimi cinque anni a cacciare sulle montagne col padre Olin, che lo ha abituato ad essere educato e rispettoso degli altri, ma che gli nasconde un segreto destinato a cambiare per sempre la sua vita. E poi ci sono i Ben-Elim, Israfil e Kol prima di tutti, tanto austero e rispettoso della Tradizione il primo quanto impulsivo e ribelle il secondo, che sono a capo del Protettorato ma che la storia porterà alla fine in rotta di collisione. Infine ci sono i Kadoshim, i Nemici, demoni spaventosi e assetati di sangue, insensibili e crudeli, che come i Ben-Elim si sono incarnati passando dall'Oltremondo spirituale al mondo materiale e che hanno l'unico scopo di distruggere uomini, giganti e Ben-Elim per impossessarsi delle Terre dell'Esilio. Intorno a tutti loro si muove una gran quantità di personaggi minori, ma non per questo meno caratterizzati, che vanno a completare uno scenario tanto variegato quanto preciso da cui, appunto, il lettore non può fare a meno di essere catturato.
Infine è inevitabile un accenno all'azione, indispensabile in ogni epic fantasy che si rispetti. I combattimenti sono davvero tanti e coinvolgono un po' tutti, ma non perdono mai la propria specificità. Ogni combattimento è diverso dagli altri, ogni zuffa, scazzottata, bisticcio o baruffa nasce da precise motivazioni e si svolge secondo modalità che non si ripetono mai, evitando così quel difetto noioso presente in tanti romanzi d'azione in cui sembra di assistere ad un'unica battaglia riproposta ancora e ancora lungo tutto il libro. I colpi di scena non mancano, nei singoli combattimenti così come nella trama generale, e si gode davvero di quel raro e piacevole impulso a girare le pagine per vedere cosa succederà. 
Gran bel romanzo, quindi, sotto ogni aspetto, di quelli che fai fatica ad abbandonare. Gwynne può stare tranquillamente tra i migliori autori fantasy contemporanei. Speriamo solo che faccia in fretta a scrivere il seguito, e che la Fanucci si premuri di pubblicarlo quanto prima.  

Difetti
Un po' troppi refusi per i miei gusti.

Consigliato a
Gli amanti dell'epic fantasy.
Chi non si accontenta del romanzo d'azione puro e semplice.
 
Voto
5/5
     

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