martedì 4 settembre 2018

RECENSIONE: LA FORTUNA E' COME LA LUNA


Titolo: La fortuna è come la luna
Autore: Alys Clare
Editore: L'Età dell'Acquario
Prezzo di copertina: € 15,00
Anno di pubblicazione: 2006


Sinossi
Inghilterra, 1189. Dopo la morte del padre Enrico II, Riccardo Plantageneto (che passerà alla storia col soprannome di Riccardo Cuor di Leone) è il nuovo sovrano. Per dimostrare la sua umanità e liberalità ai nuovi sudditi, su suggerimento della madre Eleonora di Aquitania decide di inaugurare il suo regno svuotando le carceri. In teoria si trattava di rimettere in libertà dei piccoli furfanti comuni, ladri e manigoldi imprigionati per piccoli reati e, sempre in teoria, poco pericolosi. Ma nel giro di pochi giorni i dubbi sull'opportunità di tale azione cominciano a serpeggiare tra il popolo, dopo che nell'abbazia di Hawkenlye, tanto voluta dalla regina madre perchè anche l'Inghilterra avesse la sua Fontevraud, viene scoperto il cadavere ricoperto di sangue di una monaca. A questo punto Riccardo, col timore che l'efferato omicidio venga imputato a uno di quei criminali che aveva rimesso in libertà, e quindi, indirettamente, a lui stesso, incarica il suo vecchio compagno d'arme e cavaliere Josse d'Aquin di scoprire e catturare quanto prima il colpevole, nella speranza che tutta quella brutta faccenda nulla avesse a che fare col suo atto di magnanimità. Josse si reca quindi a Hawkwnlye, dove avrà modo di conoscere la badessa Helewise, donna intelligente e caparbia che susciterà fin da subito la sua simpatia. L'indagine, condotta con l'aiuto prezioso della badessa, si indirizzerà fin da subito sulla famiglia della vittima, sorella Gunnora, in particolare sul padre morente, sulla sorella e su un'eredità che sembra costituire agli occhi dello smaliziato Josse un movente perfetto. Ma la soluzione del caso non sarà tanto semplice. Il cavaliere dovrà districarsi in una complessa trama di amori proibiti, matrimoni rifiutati, cupidigia e affetti familiari più o meno incompresi per risolvere un rompicato che sembra coinvolgere sempre più persone. E Gunnora non sarà l'unica a pagarne le fatali conseguenze...

Pregi
Si tratta di un classico giallo medievale di ambientazione monastica, sulla scia di quelli di autori come Ellis Peters, Peter Tremayne o Candace Robb. Leggero, godibile, con una bella trama sufficientemente complessa e una cornice storica appena abbozzata, ma sufficiente per creare la giusta atmosfera, è un romanzo onesto (offre esattamente quello che promette) che accompagna il lettore piacevolmente fino alla fine, con qualche leggero scossone lungo il tragitto (colpi di scena oserei dire eleganti, che vivacizzano il racconto senza stravolgerne il ritmo compassato) e la soddisfacente sensazione di partecipare assieme ai protagonisti alla risoluzione del caso. I personaggi, soprattutto i due principali, suscitano la nostra simpatia nonostante il loro carattere sia tratteggiato in modo abbastanza superficiale. La figura della badessa, in particolare, emerge per la sua umanità e la sua viva e curiosa intelligenza, che nulla sembra sacrificare alle convenzioni e alle limitazioni (anche mentali) che il suo ruolo di custode della sacralità del luogo che si trova a dirigere potrebbero comportare. La stima reciproca e la complicità con l'uomo del re venuto a far luce sull'accaduto è un elemento che arricchisce la trama, mentre lo stesso Josse si muove con la fermezza e l'accortezza di un investigatore provetto, senza per questo venir mai meno alla sensibilità e al rispetto per i luoghi e le persone coinvolti nell'indagine che lo contraddistinguono. Un romanzo equilibrato, dunque, sincero e per nulla pretenzioso, semplice come lo possono essere le cose belle, che mi ha tenuto compagnia in modo discreto e rilassante fino all'ultima scena.

Difetti
Chi l'ha detto che la semplicità deve essere per forza un difetto?

Consigliato a 
Chi ama il giallo storico
Chi cerca una lettura rilassante

Voto
4/5         

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